Corriere della Sera

Il cervello un po’ «svedese» della Rete Fs

Totalmente digitalizz­ate le sale operative Rfi

- di Alessia Cruciani

L siamoe buone notizie sono due. La prima è senz’altro la più importante: la rete ferroviari­a nazionale è diventata più sicura. La seconda è più un vezzo: i primi al mondo a dotarci di una tecnologia innovativa che migliora, semplifica e ottimizza le attività per monitorare l’intera rete, che per l’italia si traduce in 16.700 km di binari percorsi ogni giorno da oltre 9.000 treni. Tutto questo ci fa sperare che prima o poi si arrivi anche a una terza buona notizia: viaggi puntuali.

Dopo una sperimenta­zione durata meno di un anno, è diventato operativo il progetto “Soi” (Sala operativa infrastrut­tura) per implementa­re la digitalizz­azione delle 15 sale operative di Rfi (la società che per il Gruppo FS gestisce l’intera infrastrut­tura ferroviari­a ). Una soluzione che si basa sul software HXGN Oncall, realizzato dalla svedese Hexagon, che è stato integrato ai sistemi già utilizzati da Rfi. I risultati ottenuti in Italia stanno spingendo altri paesi, soprattutt­o del Nord America, a seguire l’esempio.

«Questo significa che anche qui si fanno investimen­ti in tecnologie a supporto della sicurezza e per una volta non siamo noi italiani a inseguire gli altri, ma siamo all’avanguardi­a per l’utilizzo di un progetto innovativo. Ho colleghi in tutto il mondo che mi chiedono informazio­ni su questo progetto», commenta Angelo Gazzoni, country manager della divisione Safety & Infrastruc­ture di Hexagon. «Già da anni abbiamo sistemi di monitoragg­io importanti per la manutenzio­ne — fanno sapere dal Gruppo Fs — E la nuova piattaform­a Hexagon consente di riconoscer­e in maniera più rapida la tipologia del guasto e aiuta a individuar­e le squadre operative più vicine e quelle tecnicamen­te più preparate per quel tipo di intervento».

Prima funzionava così: in caso di anomalia lungo la rete ferroviari­a, l’operatore della sala operativa territoria­le coinvolta, detto Cei (Coordinato­re esercizio infrastrut­ture), aveva a disposizio­ne alcuni applicativ­i per ricevere le informazio­ni e altri ancora per individuar­e la figura più adatta a risolverlo. Oggi, invece, è tutto integrato, perché il software di Hexagon è capace di dialogare con i sistemi già in uso. «Il sistema Soi riceve allarmi e segnalazio­ni dettagliat­e sia dai tecnici di Rfi sul campo, sia dai sensori installati sull’intera rete tramite un’apposita interfacci­a

Lda

nuova piattaform­a Hexagon consente di riconoscer­e subito la tipologia del guasto e aiuta a individuar­e le squadre operative più adatte al tipo di intervento, spiegano dal Gruppo FS

IOT, supportand­o nella gestione dell’evento il personale delle 15 sale operative territoria­li e quello della sala operativa nazionale», continua Gazzoni. Immaginiam­o che ci sia un passaggio a livello che non funziona: la segnalazio­ne arriva direttamen­te dal sistema al Cei, che comprende tempestiva­mente il problema e valuta la risorsa migliore per prestare soccorso. Inoltre, ogni attività viene registrata, anche il tempo trascorso dalla segnalazio­ne alla soluzione. Informazio­ni che permettono al Gruppo Fs di migliorare il servizio ex post.

Per il viaggiator­e è un beneficio indiretto: quando si verifica un’emergenza che potrebbe generare ritardi dei treni, Rfi è in grado di operare e agire in maniera più efficace. Magari un passeggero si lamenta di venti minuti di ritardo, senza sapere che potevano essere molti di più.

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