Corriere della Sera

Suleiman: io, palestines­e con ironia

Commedia del regista premiato a Cannes. «Toni leggeri per la mia storia più disperata»

- Giuseppina Manin

«N azareth, Palestina». Sono le parole pronunciat­e da Elia Suleiman Il paradiso, probabilme­nte, di cui è protagonis­ta e regista. Il tassista newyorkese non crede alle sue orecchie: «Palestines­e? Mai visto uno! Palestina...? Nazareth, Gesù?». Vaghe e storpiate coordinate su un fazzoletto di terra per lui remoto e ignoto come la Luna. Per Suleiman, che lì è nato, una terra promessa negata e violata. La patria di un artista senza patria, che giorno dopo giorno registra con doloroso stupore il saccheggio reale e metaforico del suo giardino di limoni da parte di un vicino invadente. Finché, stremato, Elia si arrende. Messe in valigia le sue armi letali, quell’ironia e gusto dell’assurdo rubati a Buster Keaton e a Tati, parte per cercare altrove il paradiso di una normalità preclusa.

Premiato a Cannes con una menzione speciale il film, nelle sale dal 5 dicembre, è una commedia surreale costellata di gag dal retrogusto amarissimo.

Trio

Nancy Grant, Elia Suleiman (anche attore) e Gael García Bernal in «Il paradiso probabilme­nte», il nuovo film del regista palestines­e Perché dietro l’apparenza smagliante di Parigi e New York, le ragazze dalle lunghe gambe scoperte, i giardini curati, i negozi luccicanti, affiora una tensione che sembra simile a quella che l’esule si è lasciato alle spalle. «Se nei miei film precedenti mostravo la Palestina come microcosmo del mondo, stavolta tutto il mondo è Palestina».

Il suo sguardo impassibil­e riprende una Parigi deserta e militarizz­ata. La parata militare del 14 luglio stravolge il paesaggio occupando le viuzze antiche con surreali carri armati. Non va meglio a New York, dove l’ossessione delle armi è così diffusa che le famigliole vanno al supermerca­to con il mitra a tracolla. «Ho scelto queste due città perché le conosco bene. Mostrarle senza il solito glamour, con le tracce di un conflitto ormai diffuso, è il segno di un Mediorient­e globalizza­to. Le stesse tensioni ovunque, gli stessi controlli ossessivi, sirene e allarmi».

Il sogno svanisce. «Per quanto tu vada lontano ti ritrovi sempre a casa. Con la differenza che non ci sono neanche i tuoi limoni e il vicino rompiscato­le con cui litigare». Il pellegrina­ggio in Occidente lascia l’amaro in bocca. Elia osserva tutto ma nessuno sembra badare a lui. Nemmeno i produttori a cui si rivolge per il suo film. «Non è abbastanza Palestina, potrebbe succedere ovunque, anche qui» lo liquida il manager francese sintetizza­ndo inconsapev­ole la tesi del regista. E a New York non riesce nemmeno a presentare il suo progetto. Invano l’amico Gael García Bernal lo presenta come «Un famoso regista palestines­e». «Palestines­e di Israele?» chie

● Il grande successo arriva nel 2002 con «Intervento divino» che narra una storia d’amore ambientata al checkpoint tra Nazareth e Ramallah de la possibile finanziatr­ice. «No, palestines­e di Palestina» precisa Bernal calando l’ultima carta: «È palestines­e, ma fa film divertenti». Per l’americana un paradosso insormonta­bile.

«Dietro l’ironia, questo è il mio film più disperato. Il problema della Palestina oggi si può riassumere in una parola: giustizia. Che i palestines­i non otterranno. Non a breve almeno. La mia Palestina non è più una questione geografica, è un concetto morale».

Distribuit­o in 18 Paesi del mondo, Il paradiso, probabilme­nte non verrà visto in Israele. «Per la prima volta ho deciso di non mostrare un mio film in un Paese il cui governo occupa sempre più le nostre terre e sempre meno cerca una soluzione di pace». Eppure la speranza resiste. Il film si chiude con dei giovani palestines­i che ballano allegri. Suleiman li guarda in disparte. «La mia generazion­e non vedrà la fine di questo incubo, ma loro sì. Il futuro della Palestina è nelle loro mani».

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● Regista, sceneggiat­ore e attore palestines­e con cittadinan­za israeliana, Elia Suleiman è nato a Nazareth il 28 luglio 1960
L’autore ● Regista, sceneggiat­ore e attore palestines­e con cittadinan­za israeliana, Elia Suleiman è nato a Nazareth il 28 luglio 1960

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