Bentivogli: una svolta l’ingresso in cda dei sindacati
«Ma le fabbriche non si toccano»
«Da venerdì il nostro lavoro sarà verificare i contenuti del memorandum. È vero, viene assicurato che nessuno stabilimento è in discussione...».
Però...
«Vogliamo rassicurazioni. Il piano industriale presentato a fine 2018 da Fca non deve essere toccato».
Prima i posti di lavoro. Questa è la preoccupazione numero uno per Marco Bentivogli, a capo dei metalmeccanici della Fim-cisl. «Vogliamo garanzie sul fatto che il processo di elettrificazione e ibridazione della gamma dei modelli Fca prosegua come previsto».
Le garanzie sembrano esserci. Si sente tranquillo?
«Vedremo le modalità con cui avverrà l’integrazione. Il processo richiederà anni».
Il governo francese ha una partecipazione in Psa. Chiedete al governo italiano di giocare un ruolo?
«Questa vicenda si è svolta nel totale disinteresse del governo e della politica italiana. Unica eccezione: il ministro dell’economia Gualtieri. Non ho grandi aspettative». Il governo ha mobilitato un tavolo sull’automotive...
«Sì, primo incontro a ottobre e poi mai più riconvocato. E poi ci sono 45 organizzazioni rappresentate. Quando è così si conclude poco».
Una risposta secca: nella fusione vede più opportunità o svantaggi? «Opportunità».
Perché?
«Perché abbiamo bisogno di campioni europei dell’industria. L’automotive è soggetto a concentrazioni, si stima che gli attori del settore al termine di questa fase non saranno più di sei. Psa-fca ha le spalle abbastanza larghe per essere in questa cerchia».
Il sindacato francese non la pensa come lei. Non ha supportato l’operazione.
«Sia su Fincantieri che su Fca il sindacato francese ha dimostrato parecchie perplessità. Ma ora il sindacato deve dimostrarsi all’altezza di questo passaggio. Non stiamo creando un gruppo italo-francese ma un campione europeo.
La politica industriale non può che avere una dimensione continentale, e così le strategie del sindacato».
Si parla di 150 mila posti a rischio in Italia con la crisi del diesel. Questa fusione peggiora o migliora le cose?
«Se sapremo integrare la grandissima innovazione dell’organizzazione del lavoro di Fca con le piattaforme modulari di cui dispone Psa, ci sono prospettive interessanti».
Nel memorandum si parla di una presenza dei sindacati di Fca e Psa nel cda.
«La partecipazione può essere la base di una svolta per le relazioni industriali italiane. Dobbiamo prendere spunto dai francesi. I sistemi governance partecipativa creano più valore per tutti. Speriamo che più aziende italiane seguano questa strada». Chi entrerà nel cda per il sindacato italiano?
«Non è un problema chi, peraltro potrebbe essere un americano. La partecipazione prevede sindacalisti competenti. Già in troppe cooperative si alza la mano senza sapere cosa si vota e perché».
d Fatta eccezione per il ministro Gualtieri, il governo e la politica in generale hanno ignorato questa partita