Corriere della Sera

LA SVOLTA DI JOHNSON: MAI PIÙ A DAVOS, È IL FORUM DELLE ÉLITE

- di Luigi Ippolito

«Uomo di Davos», chi ti conosce? Di certo non ne vuole sapere nulla Boris Johnson, che ha ordinato a tutti i suoi ministri di stare alla larga dal World Economic Forum, che come ogni anno questo gennaio vedrà i ricchi e potenti della Terra riuniti a convegno nella località svizzera. Perché l’«uomo di Davos» è l’incarnazio­ne dell’élite globalizza­ta, mentre il partito conservato­re che ha appena stravinto le elezioni britannich­e si vuole ormai formazione popolare se non proletaria. «La nostra priorità è realizzare cose per la gente, non bere champagne con i miliardari», ha fatto sapere una fonte di Downing Street. E poco importa che negli anni scorsi Boris era stato ospite assiduo del Forum, dove era impegnato a raccattare fondi per la Londra di cui era sindaco fra una bevuta di vodka e l’altra. Quest’anno niente: non si vedrà un solo rappresent­ante britannico fra le Alpi svizzere. E se è vero che il summit cade appena dieci giorni prima dell’uscita della Gran Bretagna dall’unione europea, il 31 gennaio, e dunque tutti i ministri sono chiamati a stare «in trincea», la decisione di Johnson è soprattutt­o un ammiccamen­to all’elettorato che lo ha sospinto a Downing Street: voti operai strappati ai laburisti nelle regioni del Nord e del Centro dell’inghilterr­a, quella «muraglia rossa» crollata sotto i colpi della Brexit. Tanto che perfino le nuove leve del gruppo parlamenta­re conservato­re hanno spesso una estrazione «working class» che è agli antipodi dello stereotipo del Tory stile Downton Abbey. E Johnson è consapevol­e di questa metamorfos­i: lui, il dandy uscito da Eton e Oxford, ha costruito una coalizione elettorale che ha mandato in soffitta il «partito dei ricchi», quali erano tradiziona­lmente i conservato­ri. Ora, lo ha detto chiarament­e, si tratta di mantenersi all’altezza delle aspettativ­e che si sono create, a livello di impegni programmat­ici ma anche di immagine. Il governo di Londra val bene una Davos.

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