Corriere della Sera

M5S, crollano i rimborsi al partito A novembre ok solo 15 parlamenta­ri

Fenomeno aumentato dopo la crisi di governo di agosto. I rischi per Rousseau

- Franco Stefanoni

MILANO A gennaio sono pochi i morosi, uno sparuto gruppo in una maggioranz­a disciplina­ta. Ma con il passare dei mesi le cose cambiano. E se oggi, a fine 2019, si guarda quanti sono i parlamenta­ri cinquestel­le in regola con le «rendiconta­zioni» — cioè quanti hanno restituito parte del proprio compenso, come il Movimento chiede, e hanno pubblicato le cifre su Tirendicon­to.it — la situazione appare rovesciata: sono soltanto 10 deputati (su 216) e 5 senatori (su 101) a essere in regola con le rendiconta­zioni di novembre. Se si guarda ottobre, non va così meglio: solo 27 deputati e 16 senatori in regola.

La crisi estiva

C’è uno spartiacqu­e: è settembre. Mese in cui, dopo la crisi con la Lega, nasce il secondo governo Conte. Nel quale aumenta l’incertezza sulla durata della legislatur­a. E in cui, pure, crollano i rimborsi dei parlamenta­ri cinquestel­le. Così il sito Tirendicon­to.it non restituisc­e soltanto un quadro di quanto versato — il «taglio» dei propri compensi è da sempre un cavallo di battaglia del Movimento —, ma anche delle difficoltà e delle tensioni nei gruppi M5S.

La stretta

Non a caso nei giorni scorsi il vertice del Movimento ha messo all’ordine del giorno il tema dei rimborsi. Il ritardo nel versamento delle quote sta iniziando a creare un serio problema di risorse alla piattaform­a Rousseau: nelle restituzio­ni sono inclusi, infatti, i 300 euro che ciascun parlamenta­re deve dare alla piattaform­a presieduta da Davide Casaleggio (oltre al versamento mensile di almeno 2 mila euro sul conto di un comitato creato ad hoc, intestato a Luigi Di Maio e ai capigruppo di Camera e Senato). Ed è per questo che i vertici 5 Stelle stanno studiando la stretta: i ritardi potrebbero essere presto materia di lavoro per i probiviri, il comitato che decide sulle sanzioni. Intanto, i parlamenta­ri sono stati avvertiti: chi non è in regola con i versamenti non potrà candidarsi al ruolo di facilitato­re regionale.

L’elenco

Richiamare al bonifico mensile deputati e senatori, tuttavia, non sarà un’operazione semplice. La lista è lunga. C’è chi nel 2019 non ha mai restituito. Su Tirendicon­to.it, spiccano il ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti e il senatore Michele Giarrusso. Gli altri sono alla Camera: Nicola Acunzo, Nadia Aprile, Santi Cappellani, Daniele Del Grosso, Federica Dieni, Flora Frate, Francesca Galizia, Marta Grande, Mara Lapia, Paolo Romano, Gianluca Vacca e Andrea Vallascas. Mentre a Palazzo Madama si aggiungono: Cristiano Anastasi, Alfonso Ciampolill­o (che è già finito in passato sotto la lente dei probiviri), Luigi Di Marzio, Fabio Di Micco e Pietro Lorefice.

Ministri

Tra i ritardatar­i figurano anche ministri e sottosegre­tari. Come Alfonso Bonafede (da agosto), Stefano Buffagni (settembre), Laura Castelli (ottobre), Federico d’incà (aprile). Membri di primo piano come Carla Ruocco e l’ex ministra Giulia Grillo (da aprile). E ancora: Nunzia Catalfo (da marzo), Barbara Lezzi (agosto), Vito Crimi e Danilo Toninelli (giugno).

I virtuosi

A tenere duro, invece, è stato un manipolo di parlamenta­ri che nel 2019 ha sempre versato ciò che doveva versare in linea con le regole (da oltre un mese è possibile rendiconta­re l’ultimo periodo). Si tratta dei senatori Giorgio Fede, Barbara Floridia, Gabriele Lanzi, Arnaldo Lomuti e Fabrizio Trentacost­e; e dei deputati Raffaele Bruno, Stefania Ascari, Lucia Azzolina, Antonio Federico, Riccardo Olgiati, Davide Serritelle, Carlo Sibilia, Arianna Spessotto, Luca Sut e Davide Tripiedi.

Chi non versa

Tra coloro che quest’anno non hanno restituito spiccano Fioramonti e Giarrusso

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Corriere della Sera Fonte: tirendicon­to.it

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