Corriere della Sera

«Ora un pezzo di questo ponte lo dedicherem­o a loro due»

Le lacrime dei ragazzi del Milvio: «La morte non vi porta via da noi»

- Valeria Costantini di Fabrizio Caccia

togliersi dagli occhi l’immagine della sua bambina stesa sull’asfalto bagnato. L’aveva sentita al telefono poco prima dello schianto, l’ultima chiamata e quella promessa: «Papà sto tornando». I genitori di Gaia sono divorziati e lei li avvertiva di ogni spostament­o. «Ma il messaggio di buonanotte invece non arrivava, ho iniziato a preoccupar­mi, ho chiamato Gabriella (la mamma di Gaia, ndr), abitano a pochi metri da corso Francia, era impossibil­e che non fosse arrivata. I minuti passavano e mia figlia non rispondeva. Sono partito subito». Alle 4 di notte sono i lampeggian­ti la prima cosa che vede il padre, già con il cuore in gola.

Si fa strada in carrozzina tra le ambulanze e chiede soltanto una cosa: «Fatemela vedere». È lui a riconoscer­e il corpo della figlia, uscita di casa solo con il cellulare e i soldi. Nel dolore lancinante di queste ore, la mente di Edward è tornata anche all’altra tragedia vissuta con l’ex moglie. Una gravidanza gemellare non portata a termine e la disperazio­ne assoluta da cui la coppia era uscita solo anni più tardi proprio grazie alla nascita di Gaia. Un dono inestimabi­le per i coniugi, le cui strade si erano infine separate. Poi la nuova disgrazia quando nel 2011 l’uomo viene investito a bordo della sua moto. «Lesione spinale parziale alla 4° e alla 5° vertebra dorsale» spiega raccontand­o anche dell’esperienza con l’esoschelet­ro in un ospedale di Miami, «un sogno poter camminare di nuovo». «Mi sono fatto forza, ma ora senza il mio angelo come faccio?» si domanda di continuo.

«Qualcuno vada a parlare subito con don Gian Matteo, al Preziosiss­imo Sangue, bisogna fare qualcosa di grande nel giorno del funerale. Quand’è? Il 27 dicembre, venerdì prossimo?». Li vedi così piccoli e indifesi, ora, di fronte alla morte delle loro due amiche di sempre, Gaia e Camilla. Quelli del «Ponte», quelli della «Piazza», insomma i sedicenni di Ponte Milvio, i compagni di scuola di Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli, adesso si fanno forza tra di loro e vogliono assolutame­nte reagire in qualche modo.

Il parroco della chiesa della Collina Fleming, don Gian Matteo Botto, ha parlato con i genitori delle due ragazze. La data dei funerali non è ancora confermata, dovrebbe essere in effetti venerdì, ma i sedicenni di Ponte Milvio stanno già decidendo qualcosa. Sephora, 609 Vittime

I pedoni che hanno perso la vita nelle strade italiane nel 2018 secondo il rapporto Aciistat. Un dato che è in crescita dell’1,5 rispetto all’anno precedente

Isabella, Pierfrance­sco e Matteo sono appena andati a portare un fiore a corso Francia là dove in poche ore si è formato un altare e adesso divorano in quattro un piatto di patatine affogato nel ketchup a un tavolino di «Montaditos», a Ponte Milvio, uno dei ritrovi della loro affiatatis­sima comitiva. «I lucchetti dell’amore non ci sono più — dice Sephora — allora potremmo dedicare a Gaia e Camilla una di queste panchine sulla piazza, una panchina da decorare con i nostri colori e i nostri pensieri». «Oppure — interviene Isabella — dedichiamo­gli un pezzo di muro sul ponte, là dove tutti insieme facevamo i brindisi a mezzanotte per festeggiar­e il compleanno di qualcuno. Un pezzo di Ponte Milvio da riempire di ricordi. Mandiamo una lettera al sindaco...».

Già domenica pomeriggio, a poche ore dall’omicidio stradale, altri ragazzi come loro, Benedetta, Edoardo (il fidanzatin­o di Gaia), avevano deciso di ritagliare un lenzuolo e di scriverci sopra con una bomboletta spray: «Gaia e Camilla sempre con noi». Poi sono andati ad appendere lo striscione sul ponte della tangenzial­e, proprio sopra corso Francia, in faccia a quel pezzo d’asfalto dove hanno cessato di battere i cuori delle loro amiche. È proprio lì sotto, al lato della strada, che si è formato l’altare. C’è un cartello che impedisce l’imbocco contromano della rampa di via Flaminia che immette su Corso Francia. Addosso al cartello stradale s’è alzato un muro di fiori che continua a crescere maestoso, come per proteggere il ricordo di Gaia e Camilla. Rose bianche della purezza, rose rosse del sangue versato, gerbere gialle, stelle di Natate. Divieto d’accesso, indica il cartello: qui la morte non entra.

Poi arriva un altro gruppo, Sophie, Lorenzo, Valentina: Sophie ha fatto l’asilo e le elementari assieme a Gaia e Camilla

e adesso infatti piange davanti a una foto della Quinta A dell’istituto Gesù-maria. Era la classe loro. Qualcuno ha lasciato anche una foto più recente, quella della Terza C del liceo linguistic­o De Sanctis: Gaia e Camilla insieme a tutti gli altri in posa ad Avignone quest’estate durante una gita. La loro vita, in fondo, scorreva felice in un chilometro di Flaminia, da Ponte Milvio al Fleming: due chiese, la Gran Madre di Dio a il Preziosiss­imo Sangue, due gelaterie «Il pellicano» e il «Don Choc», un unico destino. Ormai il cartello stradale su corso Francia è diventato un albero fiorito a cui sono appesi dei biglietti: «Rest in Peace», «Sempre con noi», «Fate buon viaggio piccoli angeli», «Care stelline, non vi dimentiche­remo». Ci sono anche mamme e papà che passano, si fermano in silenzio e piangono

Fiori e messaggi Piangono anche i papà e le mamme, è un dolore troppo grande per tutti

cercando di non farsi riprendere dalle telecamere. Sono genitori che soffrono per i genitori di Gaia e Camilla, perché un dolore così grande è un dolore che riguarda tutti.

Ma ecco che arrivano due ragazze bionde, sono due amiche dell’investitor­e, di Pietro Genovese. Lo difendono: «Era drogato? Ubriaco? Se fosse stato così, se avesse ucciso Gaia e Camilla e fosse fuggito senza fermarsi, senza tentare almeno di soccorrerl­e, come invece ha fatto, noi oggi non ci sentiremmo più nemmeno amiche sue. Ma che vuol dire positivo ai test? Si faccia un giro, giornalist­a, sa quanti ne trova?». Gi amici di Gaia e Camilla, però, da «Montaditos» a Ponte Milvio, stanno bevendo aranciata.

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