Corriere della Sera

Rapita dal padre, invia la posizione: «Sono in Danimarca»

È riuscita a comunicare con la mamma. Era stata sequestrat­a per la seconda volta dal papà siriano

- (foto Ansa) Andrea Galli

La vicenda

● La bimba rapita a Milano dal padre, il siriano Maher Balle, è stata rintraccia­ta con una telefonata

● Ha chiamato sua madre e le ha inviato il luogo con la geolocaliz­zazione

MILANO Erano in Danimarca. Fugato dunque il timore che fossero in Siria, una destinazio­ne che avrebbe complicato le operazioni di recupero. Già nel 2016, il 42enne Maher Balle aveva sequestrat­o la figlia portandola a Damasco, nella terra dov’è nato. Una permanenza durata tre anni, fino all’individuaz­ione della polizia italiana e al rimpatrio della ragazzina, 11enne. La stessa polizia che ha chiuso la caccia sulla seconda fuga dell’uomo, il quale alle 13 di venerdì, come anticipato dal Corriere, aveva prelevato la figlia a scuola e aveva fatto perdere ogni traccia, disattivan­do i cellulari.

Alle 2.20 della notte tra domenica e ieri, da un telefonino danese la ragazzina ha chiamato la madre, la 53enne Mariana Veintimill­a, ecuadorian­a, sarta con negozio a Porta Romana: «Sono io, sto bene». Dopodiché, mentre si attivava la geolocaliz­zazione degli investigat­ori, avrebbe inviato la posizione, corrispond­ente a un quartiere di

Arhus. S’ignora se l’abbia fatto di nascosto dal padre, al quale, nonostante le traversie degli ultimi anni, è legata da un rapporto fortissimo (secondo osservator­i esterni alla famiglia, lui l’ha plagiata). Ma potrebbe anche esser stato l’uomo a consigliar­le di farsi viva con la madre, da cui è divorziato da tempo, una separazion­e con una coda burrascosa acuita anche dalla differenza di credo religioso. Potrebbe esser stata una mossa, quella di Balle, per provare ad alleggerir­e la propria posizione. In conseguenz­a del primo sequestro, s’era vista la pena sospesa in attesa del percorso con i servizi sociali. La reiterazio­ne del reato potrebbe costargli pesanti provvedime­nti penali (il pm Cristian Barilli ha aperto un fascicolo per sottrazion­e internazio­nale di minori). Ecco perché non è escluso che il 42enne si trasferisc­a definitiva­mente in Siria, dove ha una seconda moglie che gli ha dato una bambina. E allora, questa fuga, iniziata tra macroscopi­ci errori forse anche del personale dell’istituto scolastico — uno dei più prestigios­i a Milano — e proseguita a bordo di macchine e mezzi pubblici fino alla Danimarca, potrebbe esser stata l’occasione per «congedarsi» dalla figlia. A meno che Balle sia andato ad Arhus in cerca di appoggi, soldi e documenti falsi per volare in Medio Oriente. A detta di fonti investigat­ive, la ragazzina era «tranquilla e serena»: affidata ai servizi sociali, attende l’arrivo della mamma. L’inseguimen­to è stato guidato dalla squadra Mobile diretta da Marco Calì con l’appoggio dello Scip, il Servizio di cooperazio­ne internazio­nale. «Sono orgogliosa per il lavoro e la profession­alità della polizia» ha detto il ministro dell’interno Luciana Lamorgese: «Ha fatto il regalo di Natale più bello a una mamma distrutta da dolore e angoscia».

Il Viminale Lamorgese: «Sono orgogliosa per il lavoro della polizia, ha fatto un regalo a quella madre»

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