Corriere della Sera

IL REGALO DI LUKAKU A ESPOSITO E AGLI ITALIANI

- Cari lettori,

Caro Aldo, il gesto di Romelu Lukaku alla vigilia di Natale che regala al baby Esposito il rigore per il suo primo goal in serie A va oltre, l’attaccante dell’inter dimostra bontà e generosità al di là delle sue doti tecniche e ci restituisc­e un calcio che porta esempio da divulgare e imitare. Mauro Lama, Treviso

Domani sarà Natale. Io intendo, ancora adesso e nonostante tutto, quello che ho nel cuore, la cui magia erano papà e mamma a casa tutto il giorno, l’albero con mille luci, il presepe con il muschio staccato dalle cortecce degli alberi, lo zucchero a velo sul pandoro, il Monopoli infinito, la neve a cumuli, su cui slittare e per fare a pallate. Franco Bifani, Fidenza(pr)

S ono arrivate molte lettere sul Natale, quasi tutte di impronta nostalgica. Non che ci sia nulla di male nella nostalgia, s’intende. Ma anche nella sua lettera di argomento calcistico, signor Lama, c’è un dettaglio — goal scritto con la a — che denota in lei un uomo d’altri tempi. In effetti un dono di questo Natale agli italiani è un campionato di calcio finalmente combattuto, dopo otto vittorie juventine di seguito, e il merito prima ancora che di Lukaku è di due uomini che l’inter ha sottratto alla Juve, o di cui la Juve ha scelto di privarsi: Marotta e Conte. Non è dirimente, ma non è neppure trascurabi­le, visto che il calcio è il nostro vero romanzo popolare.

Per il resto, lo spirito del

Natale passato è sempre più rassicuran­te di quello del Natale presente. Al di là delle vicende personali e familiari, su cui nessuno può giudicare, non c’è dubbio che il Paese arrivi a questo 25 dicembre 2019 sfibrato, di cattivo umore. Non a caso gli italiani tendono a dirsi felici nella vita privata, e infelici nella vita pubblica.

Per fortuna si comincia a capire che la rinascita non dipende dalla politica e in genere dagli altri, ma da noi stessi. Un momento di pausa, di riflession­e, di condivisio­ne con gli affetti più sinceri può essere l’occasione per ripartire. Se poi è sostenuta dalla fede, allora l’occasione è ancora più preziosa. Ma non è meno importante la fede dei laici nella nobiltà dell’uomo.

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