Corriere della Sera

Salta il vertice notturno I renziani avvertono: ci rivediamo in Parlamento

Rosato: non si cambiano le regole in corsa

- Di Alessandro Trocino

ROMA «Sulle concession­i abbiamo la soluzione». «Non se ne parla, è una norma che ci ridicolizz­a in tutto il mondo. Ci vediamo in Parlamento». Il dialogo tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i renziani è andato sostanzial­mente così. Una rottura netta sulla questione più delicata, le norme che regolano la revoca delle concession­i autostrada­li, e un accordo raggiunto invece sull’altra questione, la dilazione del debito della Regione Sicilia.

Una giornata di trattative alla fine della quale si tiene il Consiglio dei ministri (rinviato più volte in giornata), ma salta l’atteso incontro tecnicopol­itico che doveva risolvere il dossier più delicato. Italia viva non ci sta e non ci mette la faccia. Pd, Leu e 5 Stelle, invece, vanno avanti con una norma che non vale solo per Atlantia, e quindi per la possibile revoca delle concession­i dopo il crollo del ponte Morandi, ma vale per tutte le convenzion­i in essere. Sabato è stato approvato «salvo intese» l’articolo 33 del decreto Milleproro­ghe, che riguarda le concession­i. Varo a mercati chiusi, per evitare guai. E che lasciava aperta la porta ad ulteriori accordi. I tre partiti di maggioranz­a, escluso Iv, si sono accordati sul fatto che in caso di revoca ad Atlantia andrebbero, sulla base di una serie di meccanismi complessi, non i 23 miliardi richiesti dalla società, secondo quanto previsto dalla Convenzion­e, ma meno di un terzo. La concession­e passerebbe direttamen­te ad Anas.

Norma che non piace affatto a Italia viva. Che con Ettore Rosato attacca: «Non è possibile cambiare le regole per tutti i contratti in essere. Cosa diciamo agli investitor­i internazio­nali, che siamo un Paese che cambia i patti? Così perdiamo credibilit­à». I renziani sono irritati anche da altro. Perché, dicono, «questo testo non va messo nel Milleproro­ghe: non è urgente e non c’entra niente con il merito del decreto. Basta infilare cose di nascosto e portarle all’ultimo minuto, come è stato fatto con il piano digitale». Sul quale si è accesa una polemica sul potenziale conflitto d’interesse della Casaleggio Associati. Conte avrebbe spiegato che l’urgenza, con le norme per il subentro di Anas, si giustifica con la necessità di sbloccare il cantiere della Ragusa-catania. Ma i renziani non ci stanno e sostengono che c’è il rischio concreto di perdere la causa con Atlantia: «Si rischia di rifare l’errore commesso con la revoca dello scudo penale a Mittal per l’ex Ilva». E dunque? «Ci vediamo in Parlamento». Nel senso che se la norma non cambia, in sede di conversion­e, Italia viva potrebbe votare contro. Ma anche tra Pd e 5 Stelle non c’è sintonia. Se per Luigi Di Maio la revoca ai Benetton è «la linea del governo», i dem restano prudenti.

I renziani cantano vittoria sull’altra questione, quella del debito della Sicilia. Il governo giallo-verde aveva tolto gli obblighi, in cambio della dilazione, decisi dall’esecutivo di Renzi nel 2016. Di qui la reazione dei renziani che, a fronte di una proposta di dilazione a dieci anni «gratis», hanno chiesto e ottenuto che in cambio si affronti un percorso di riforme. Francesco Boccia (Pd) difende la riforma, spiegando che per altre regioni si è usato lo stesso metodo, ma Conte media. Alla fine il testo prevede che il via libera alla dilazione decennale sia subordinat­o a un accordo da stipulare entro 90 giorni tra Stato e Regione, nel quale si stabilisca­no «specifici impegni di rientro dal disavanzo». In mancanza di riforme precise, come «la riduzione della spesa corrente», la dilazione si restringer­ebbe a tre anni. Commenta Boccia: «Abbiamo trovato una soluzione seria».

Quanto al piano sull’innovazion­e digitale, le perplessit­à sono di Italia viva ma anche del Partito democratic­o e di Leu: l’accordo era di inserire nel decreto Milleproro­ghe solo una norma pilota e poi affrontare il tema in Parlamento. Ma la ministra Paola Pisano insiste per inserire l’intero «pacchetto». Infine, venerdì il Pd presenterà la sua proposta di legge sulla prescrizio­ne, che verrà esaminata dal vertice di maggioranz­a già convocato per il 7 gennaio.

Il debito della Sicilia Italia viva canta invece vittoria per la conferma dei paletti al Salva-sicilia

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