Corriere della Sera

Riparazion­e Milan

Dirigenti e proprietà si compattano anche se Maldini resta il più esposto Nuova offerta per Ibra, poi Todibo

- Monica Colombo Carlos Passerini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Fanno e faranno ancora MILANO un male del diavolo, quei cinque schiaffi. Troppo improvvisi, troppo violenti, troppo tutto. E sarà così ancora per un pezzo, perché andare a fondo a quella maniera è stato un colpo non solo alla classifica, ma anche all’autostima, al cuore, all’anima, di una squadra e di un club che prima della maledetta ordalia di Bergamo stavano trovando coraggio, idee, certezze. Che a questo punto si possono recuperare solo attraverso una compattezz­a di visione e di intenti che al Milan è troppo spesso mancata, in questi mesi. A tutti i livelli.

Tutti uniti, avanti insieme: questa la parola d’ordine che circola in queste ore al quarto piano di Casa Milan, dove si prendono le decisioni che contano. E che non sempre, in questa prima metà di stagione, sono state quelle giuste, anche per via di divisioni interne che ora si cercherà di superare attraverso quella che sembra essere una vera e propria unità di crisi. Che ha come slogan il concetto di compattezz­a. Niente dimissioni, niente colpi di scena: ognuno resta dov’è. Almeno fino a giugno. Poi si vedrà, anche in base a come sarà andata a finire questa stagione. Ma fino ad allora si va avanti così. Con l’a.d. Gazidis al vertice della piramide decisional­e e col d.t. Maldini, il chief football officer Boban e il d.s Massara a comporre il quadro dei responsabi­li dell’area tecnica.

Questo è quanto ha deciso Elliott. La proprietà non aveva gradito le parole di Boban dopo il 5-0, quel «sul mercato vedremo cosa ci permettera­nno di fare» che a Londra era stato interpreta­to come una critica nei confronti della politica societaria. Ieri c’è stato un chiariment­o fra le parti, il riferiment­o del dirigente croato era ai vincoli oggettivi del Financial fair play, niente di più. Tutto a posto? Così sembra, ciò che conta è che si vada finalmente verso una sintonia reale.

Risulta fra l’altro che negli uffici di Elliott ci sia una certa stima nei confronti di Boban, del quale si apprezza il coraggio di metterci sempre la faccia, come è avvenuto anche dopo l’atalanta. Più delicata resta invece la posizione di Maldini, al quale viene imputata la responsabi­lità di scelte di mercato che non hanno fin qui pagato. Non è comunque ancora il tempo per le rivoluzion­i, la sintesi del pensiero della società, ora l’unica cosa che conta è provare a raddrizzar­e la stagione. Con lucidità, con onestà, perché è ormai chiaro che la corsa Champions è un miraggio. Ma anche con la consapevol­ezza che siamo a nemmeno metà campionato. E che non è finita.

Il Milan non può in effetti essere davvero quello di Bergamo,

non così brutto, come ha detto anche Gianni Rivera, uno che generalmen­te non le manda a dire: «La squadra ha buoni valori, non buonissimi in assoluto ma abbastanza per avere un’altra posizione di classifica» le parole dell’ex Golden Boy a Radio anch’io Sport su Radio1.

La prova del fatto che il Milan vuole continuare a crederci arriva dal mercato. Con una novità dall’affare Ibrahimovi­c: nella serata di domenica gli è stata recapitata una nuova proposta. A poche ore dalla disfatta di Bergamo, i manager rossoneri, dopo giorni di silenzio durante i quali sono rimasti in rispettosa attesa di una risposta, hanno contattato di nuovo lo svedese. L’offerta non è stata modificata nei termini economici quanto negli aspetti contrattua­li. In pratica la durata dell’accordo si trasformer­ebbe da 6 mesi a 18 non in base alla qualificaz­ione all’europa ma al rendimento in campo. Il centravant­i, compiaciut­o, e da sempre convinto di voler trasferire la famiglia dall’altra parte dell’oceano per un tempo medio-lungo, si è preso comunque qualche giorno per riflettere con i familiari. Il Diavolo è fiducioso, spera di aver toccato le corde giuste per spingerlo ad accettare.

L’obiettivo è averlo a disposizio­ne per il 30 dicembre a Milanello, fra una settimana, quando riprendera­nno gli allenament­i dopo la sosta. Boban e Maldini sono consapevol­i che a 38 anni Ibrahimovi­c avrebbe bisogno di almeno un mese per raggiunger­e la piena efficienza fisica, ma sono anche convinti che il suo inseriment­o in uno spogliatoi­o di ragazzi di grande talento ma relativa personalit­à avrebbe benefici immediati. Un esempio è Leao: i dirigenti sono certi che, sotto l’egida protettiva di Zlatan, in due mesi godrebbe di progressi che normalment­e sarebbero raggiungib­ili in due anni.

Non è un dettaglio che anche il tecnico Stefano Pioli abbia fornito esplicitam­ente l’assenso all’operazione, domenica: «Zlatan è un grande campione che alzerebbe la competitiv­ità, ci darebbe la voglia e la determinaz­ione che poi ci occorrono in partita». Entro la stessa data si spera che si sblocchi anche l’affare relativo al difensore francese Todibo, alla cui cessione in prestito il Barcellona ha già fornito l’assenso. È il giocatore a dover scegliere adesso tra le varie opzioni sul tavolo: il Bayer Leverkusen è l’alternativ­a più concreta alla pista rossonera. Ma anche qui c’è ottimismo. Pian piano, dopo gli schiaffi, il Diavolo prova a rimettersi in piedi. Ce la farà?

 ??  ?? Sconforto Krzysztof Piatek esce deluso dallo stadio di Bergamo dopo la pesante sconfitta: sotto accusa l’attacco del Milan, è il 16° della serie A (Kulta)
Sconforto Krzysztof Piatek esce deluso dallo stadio di Bergamo dopo la pesante sconfitta: sotto accusa l’attacco del Milan, è il 16° della serie A (Kulta)
 ??  ?? Direttore tecnico Paolo Maldini, 51 anni, è messo in discussion­e
Direttore tecnico Paolo Maldini, 51 anni, è messo in discussion­e
 ??  ?? Ad Ivan Gazidis, 55 anni, al vertice della struttura societaria
Ad Ivan Gazidis, 55 anni, al vertice della struttura societaria
 ??  ?? Uomo mercato Zvonimir Boban, 51 anni, alla prima stagione
Uomo mercato Zvonimir Boban, 51 anni, alla prima stagione

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