Coppa del Mondo di sci
Paris, super jet azzurro Re di Bormio per sei volte
La doppietta L’azzurro si ripete, sesto centro a Bormio, il quinto in discesa
L’uomo volante delle BORMIO nevi ha un sussulto quando è già tempo di festeggiare la sua confermata imbattibilità sulla Stelvio, la pista che per lui è ormai sinonimo di dominio. Che cosa diavolo combina — deve aver pensato Dominik Paris nell’angolo riservato al leader della gara — questo Urs Kryenbuehel, classe 1994, uno svizzero non ancora entrato nei radar dello sci che conta eppure velocissimo nonostante un pettorale di seconda fascia, il numero 25? Combina che vuole andare a prendersi il 6° scalpo di Superdomme a Bormio, il 5° in discesa: distacchi contenuti, linee belle e incisive, poi gli ultimi intertempi «verdi». Un brivido. «Sì, mi ha fatto sudare e tremare», ammetterà il nostro campionissimo.
Là dove avevano mancato il colpo i grandi avversari — da Feuz che era ancora secondo prima dell’avvento del connazionale; a Kilde, a Mayer, a Kriechmayr battuti più o meno nettamente; a chi è stato di nuovo umiliato, parliamo di Jansrud; a chi si è fatto male di brutto, come il grande veterano Reichelt, portato in elicottero all’ospedale con il ginocchio destro rotto — quasi ci riesce questo ragazzo che sotto la scorza dell’outsider deve avere delle qualità, perché su questo tracciato spaccagambe non si può barare. Alla fine sono solo 8 i centesimi che gli mancano per mandare di traverso la giornata a Domme. Ma Paris lo deve ringraziare. Dominik di suo si è preso il primato provvisorio nella Coppa del Mondo generale (era dal 2007, con Peter Fill, che un italiano non andava al comando), ma Urs gli ha donato, relegando Feuz al terzo posto, il pettorale rosso di leader della discesa. E qui le domande sono inevitabili. Dominik, vogliamo pensare se non alla «coppona» almeno alla «coppetta»? Un ghigno dei suoi, quindi la dichiarazione. Sincera e non furba, perché lui è così: «È presto per parlare di classifiche. Meglio
pensare, e parlare, delle singole gare. E delle vittorie».
Eccoci allora a descrivere la quinta prodezza consecutiva di colui che dal 2017 è imbattuto sulla Stelvio: 4 centri in libera, 1 in superg. E come l’anno scorso, è doppietta. Si aggiornano così i numeri personali (18° successo in Coppa) e quelli dell’italia, che con gli uomini arriva a 189 primi posti. «Il mio merito? Averci creduto fino in fondo, non era facile ripetersi: due discese in 24 ore ti ammazzano, la stanchezza si è fatta sentire già sul salto di San Pietro. E poi il vento: una noia, disturbava, faceva sbattere gli sci. Kryenbuehel ha potuto sfruttare (anche per il lungo stop determinato dall’incidente di Reichelt, ndr) una luce migliore alla Carcentina. Insomma, alla fine la fortuna mi aiutato e mi ha lasciato quel vantaggio minimo». Dopo le chiavi di Bormio, Domme ha ricevuto anche la fascia tricolore, in quanto cittadino onorario. Però esaurita la sbornia dei trionfi e dei riconoscimenti in Valtellina, è necessario allargare il perimetro del dominio. È in arrivo, con l’anno nuovo, il periodo delle grandi classiche. Ma la prima di queste è quella Wengen con cui Paris ha sempre litigato, in particolare con la stradina della Kernen esse. Vogliamo fare pace una volta per tutte? «Ci provo pure quest’anno. Ma se non ce la faccio, vado su con la scavatrice…».