Prescrizione, il governo va avanti
Conte: sospenderla non è un obbrobrio, interverremo sulla durata dei processi. Ma Iv: cambi o votiamo con FI
Mercoledì, primo gennaio 2020, entra in vigore la riforma del ministro M5S Alfonso Bonafede: stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio. E il premier Conte, ieri, ha difeso dalle critiche la novità: «Ritengo che una prescrizione che sia sospesa in corrispondenza della sentenza di primo grado, sia essa di assoluzione che di condanna, non è un obbrobrio giuridico, c’è in Germania, in Francia, in altri Paesi». Non solo: «Sicuramente il problema è quello di abbinare dei meccanismi che assicurino la durata ragionevole del processo. Ma quando a gennaio entrerà in vigore la norma, gli effetti non si avranno subito, occorreranno 3-4 anni...». Conte ammette il rischio per il sistema «di andare in difficoltà» se il governo non introducesse dei «meccanismi di garanzia», però è fiducioso: «Sono a conoscenza del ddl del Pd, lo capisco, ma ormai siamo in dirittura d’arrivo per la riforma del processo penale e introdurremo le garanzie per la durata ragionevole del processo». Il ddl di modifica del Pd, critico con la riforma Bonafede, prevede per le sentenze di condanna una sospensione solo temporanea della prescrizione (fino a due anni dopo il primo grado, più un altro anno in caso di ricorso in Cassazione). E ora il sottosegretario dem alla Giustizia,
Andrea Giorgis, s’aspetta un chiarimento: «Le parole di Conte sembrano confermare la volontà di trovare una soluzione ragionevole nell’interesse del Paese. Io sono convinto che sia a portata di mano, a patto che nessuno si sottragga alla fatica della mediazione. Anche perché nessuno, voglio credere, può desiderare che lo Stato non riesca a rendere giustizia o sottoponga un cittadino a un processo infinito». Nella maggioranza, poi, ci sono pure i renziani di Italia viva, contrari alla riforma ma anche al ddl del Pd: «La loro ci pare una modifica marginale e non risolutiva», ha detto a Il Foglio il presidente Ettore Rosato. Così, «se non ci saranno novità» nel vertice di maggioranza del 7 gennaio, Iv voterà in Aula il ddl del deputato di FI Enrico Costa, che propone di «sopprimere» la riforma Bonafede e ha definito ieri le parole di Conte «un sonoro ceffone al Pd». Mentre un altro azzurro, Francesco Paolo Sisto, attacca: «Se non è un obbrobrio la previsione dell’ergastolo processuale e il “fine processo mai”, allora sarebbe interessante capire cosa lo sia per Conte». E la capogruppo di FI, Mariastella Gelmini, annuncia battaglia: «Chiederemo la calendarizzazione a gennaio del ddl Costa alla Camera».
L’irritazione del Pd Il sottosegretario dem Giorgis: «Una soluzione si troverà se nessuno rinuncia a mediare»
Forza Italia attacca Sisto: «Se non è un obbrobrio il “fine processo mai”non so cosa lo sia per Conte»