Corriere della Sera

«Questa non è una fiction Rispettate Gaia e Camilla»

Giulia Bongiorno, avvocata di una delle due vittime: la caccia alle novità è morbosa

- di Rinaldo Frignani e Virginia Piccolillo

Si era girata per guardare i fiori e i bigliettin­i per Camilla e Gaia, le due ragazze travolte in corso Francia, a Roma. E non si è accorta dell’auto della polizia. L’ha tamponata. «Rispettate le due ragazze, non è una fiction», dice l’ex ministra Giulia Bongiorno, legale dei genitori di Gaia.

ROMA «Non è un videogioco. Ci sono due ragazze morte, due ragazze in carne e ossa, e quattro genitori che, di fronte a quello che sta succedendo, ogni giorno sentono amplificar­e il proprio dolore». Giulia Bongiorno ha assunto la difesa dei genitori di Gaia von Freymann, una delle due sedicenni investite a Roma la notte di sabato 21 dicembre. Un caso che sta suscitando un interesse «morboso» nell’opinione pubblica.

Perché?

«E’ accaduta una cosa devastante: chiunque abbia figli non riesce a pensarci senza piangere. Ma questa tragedia si sta trasforman­do, giorno per giorno, in una fiction».

Cosa intende?

«Si va alla ricerca spasmodica di novità, di dettagli a effetto. Proliferan­o testimoni mediatici che raccontano fatti spesso in contrasto tra loro. E ogni elemento, nonostante le contraddiz­ioni, viene amplificat­o come fosse la verità. Con conseguenz­e gravissime».

Cioè?

«Fioccano commenti gravemente offensivi non solo nei confronti della famiglia, ma anche delle stesse Gaia e Camilla».

Offensivi?

«Si dice che erano incoscient­i prendendo per buone voci tutte da verificare e si dà per pacifico che le ragazze abbiano scavalcato il guard-rail, che abbiano attraversa­to lontano dalle strisce, a semaforo rosso, che siano state mezze pazze, ormai sembra quasi si siano suicidate».

Del guard-rail lo scrive il gip.

«Ma come primissima ipotesi investigat­iva, è grave spacciarla come dato di fatto oggettivo: le indagini sono in fase ancora embrionale».

Non è andata così, secondo la famiglia?

«La famiglia si è chiusa nel dolore. Ci saranno le perizie, le immagini delle telecamere che si dice siano state sequestrat­e. E, anche se non si ritrova nella ricostruzi­one fatta dal gip, la famiglia attende in silenzio. Questo la dice lunga. Invece c’è chi ha addirittur­a inventato di sana pianta una sorta di “roulette russa” stradale. O addirittur­a ha obiettato che le ragazze non avrebbero dovuto stare in giro a quell’ora, che i genitori avrebbero dovuto controllar­le».

Invece?

«Erano stra-controllat­e. Gaia poi, da figlia di genitori separati, aveva un doppio controllo: della madre e del padre. Non le avevano comprato il motorino, né la macchinett­a. Del resto, dopo l’incidente stradale del padre, che ha perso l’uso delle gambe, lei era terrorizza­ta dalle strade. Era una ragazza gioiosa ed entusiasta, ma anche prudente, matura, precisa.

Per esempio, rispondeva sempre subito agli sms dei genitori : non tutti i ragazzi lo fanno. L’unica volta che non lo ha fatto è stato sabato notte. E per questo suo padre ha capito».

Prima di essere avvertito?

«Immediatam­ente. Quando ha visto che non rispondeva si è precipitat­o lì. E ha capito che a terra c’era lei. Tanto che, a chi bloccava il transito, ha detto: “Fatemi passare, sono il padre”».

Da Andreotti ad Amanda Knox, non è il primo caso di richiamo mediatico che le capita. Perché lo ritiene diverso?

«Qui si va alla ricerca dell’anomalia. La tragica fine delle ragazze è talmente dolorosa da indurre a cercare un comportame­nto anomalo quasi per concludere che ai nostri figli non capiterà perché non sono così imprudenti. E allora ogni giorno se ne inventa una. Si rincorre l’ultima voce come fosse una prova e si commenta come se fosse vera. Accrescend­o ogni giorno il dolore dei genitori».

Però c’è stata anche tanta solidariet­à.

«Tantissima da parte della gente comune. Ma ci sono stati anche commenti violenti».

C’è chi ritiene il reato di omicidio incostituz­ionale.

«Guidare in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacen­ti è una condotta grave che non può essere punita con pene leggere Ma oggi non voglio parlare del ragazzo che era alla guida, voglio solo lanciare un appello».

Che appello?

«I tempi della giustizia non sono veloci come quelli delle notizie, che magari poi vengono smentite. Allora resistete alla tentazione di trattare queste ragazze come i personaggi di una fiction».

Ci sono quattro genitori che ogni giorno sentono amplificat­o il proprio dolore

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Fiori e bigliettin­i in corso Francia a Roma, dove Gaia e Camilla sono state travolte e uccise. Sullo sfondo, l’incidente di ieri
 ?? (foto Livieri/lapresse) ?? Il dolore Bigliettin­i, fiori e pupazzi per Camilla e Gaia sul luogo dell’incidente
(foto Livieri/lapresse) Il dolore Bigliettin­i, fiori e pupazzi per Camilla e Gaia sul luogo dell’incidente

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