Corriere della Sera

Picchiato per strada perché gay «Erano in 10 con bottiglie rotte»

Milano, il 25enne era mano nella mano con il compagno. Le ferite alla testa e al collo

- Di Andrea Galli (Afp)

La vicenda

● Un 25enne vicentino ha dichiarato di essere stato aggredito da una decina di nordafrica­ni con cocci di bottiglia la notte tra sabato e domenica vicino alle colonne di San Lorenzo a Milano. L’aggression­e sarebbe stata di stampo omofoba

● Il giovane stava camminando mano nella mano con il compagno quando sarebbe stato aggredito. Ha una prognosi di 10 giorni

MILANO Secondo il racconto reso immediatam­ente dopo i fatti dalla vittima, il 25enne vicentino G.C., erano «almeno dieci, tutti quanti nordafrica­ni, non so riferire di preciso se marocchini, egiziani oppure altro ancora»: lo hanno circondato e aggredito soprattutt­o con «cocci di bottiglia» perché «sono gay».

Milano, quaranta minuti all’una della notte tra sabato e ieri, il caos delle centraliss­ime Colonne di San Lorenzo: locali, spaccio di droga, divertimen­to, chiacchier­e, a volte litigi. La stessa vittima si sarebbe riservata di presentare formale denuncia sull’agguato omofobo, che tale rimane anche se nel corso delle ore la polizia locale comandata da Marco Ciacci, che ha raccolto la richiesta d’aiuto del ragazzo e indaga, ha «modificato» le coordinate dell’episodio, uno di quelli che puntualmen­te accadono anche nell’autodichia­rata capitale italiana della difesa dei diritti e per di più in uno dei cosidetti quartieri della «movida».

Una prova inequivoca­bile in possesso del Corriere, acquisita da una fonte esterna a vigili e Comune, elimina i dubbi e conferma che l’iniziale mobilitazi­one degli agenti è stata legata al rintraccio di alcuni soggetti, forse proprio dieci come detto dalla vittima, i quali alla vista del 25enne, che camminava mano nella mano con il compagno, lo avrebbero dapprima insultato e deriso, e poi avrebbero deciso di passare all’azione in quanto «infastidit­i» dal fatto che è gay. Dopo le cure mediche e una classica notte di osservazio­ne in ospedale dov’era arrivato in ambulanza classifica­to come codice giallo (perdeva parecchio sangue), ieri mattina G.C. è uscito dal Policlinic­o sulle proprie gambe, accompagna­to da una prognosi di dieci giorni per ferite lievi alla testa e al collo, conseguenz­a proprio di colpi inferti da pezzi di vetro. In attesa del ritorno dai vigili del ragazzo (s’ignora quando, e se confermerà la versione oppure ritratterà), l’indagine procede su uno schema scontato, con la ricerca di testimoni e l’esame dei filmati delle numerose telecamere di sorveglian­za, ammesso che funzionass­ero a dovere e fossero puntate nella direzione giusta, il che non è mai scontato, come qui in città dimostrano anche indagini su omicidi. La base di partenza della polizia locale è rappresent­ata unicamente dalle dichiarazi­oni di G.C., che contrariam­ente a quanto avvenuto con altre vittime non avrebbe chiesto supporto alle presenti e battaglier­e associazio­ni omosessual­i, elemento che però ha una valenza relativa. Chi l’ha ascoltato, ha parlato di una dinamica «attendibil­e» quantomeno nella misura in cui un’aggression­e c’è stata. Relativame­nte agli uomini che hanno sferrato l’attacco, sarebbero di età compresa tra i venti e i trent’anni, e potrebbero appartener­e ai gruppi che bivaccano alle Colonne. Il compagno non ha rimediato conseguenz­e.

Gli investigat­ori esaminano anche l’ipotesi di una rissa scoppiata per «reazione» alle offese di G.C., senza dimenticar­e il «timbro» netto sull’indagine, la sua «classifica­zione»: un’aggression­e omofoba che per puro caso non ha causato ferite letali.

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Le lanterne nello Stadio olimpico di Amsterdam, per la quarta edizione della Campagna della Kwf, l’associazio­ne per i malati di cancro
Un cuore Le lanterne nello Stadio olimpico di Amsterdam, per la quarta edizione della Campagna della Kwf, l’associazio­ne per i malati di cancro

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