Corriere della Sera

La ricerca e la sperimenta­zione animale

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Caro direttore, contesto l’articolo «Sanità, la scelta storica: liberati nove macachi. Tutela per gli animali» (Corriere, 27 dicembre), dove una normale prassi alla fine di una ricerca viene presentata come un avveniment­o storico. Il caso viene presentato come una vittoria del movimento animalista, mettendo in relazione questa liberazion­e con la sperimenta­zione dell’università di Torino, dando voce alla versione della Lav.

I fatti:

-Lav comunica che ospita a Grosseto nove macachi che sono stati rilasciati dall’iss dopo undici anni di esperiment­i. Quindi è evidente come la sperimenta­zione sia giunta al termine e sia questo il motivo per cui non ha più senso tenerli in gabbia, ma l’articolo non lo dice. Altrettant­o evidente che i macachi stanno bene, nonostante la Lav sostenga che gli animali vengono sempre sottoposti a sofferenze e crudeltà e poi soppressi.

- Le legge citata (26/2014) recepisce la direttiva europea 63 del 2010 che si occupa del benessere animale in sperimenta­zione. E l’ha recepita male, introducen­do divieti per i quali l’italia è in procedura d’infrazione da parte della Ue e per i quali si è fatto ricorso a moratorie e proroghe, altrimenti la ricerca italiana si sarebbe trovata svantaggia­ta sugli altri Paesi europei.

- La tutela degli animali è prevista dalla legge, che impone il divieto di sperimenta­re su di essi in presenza di altrettant­o validi metodi alternativ­i. Purtroppo ad oggi questi metodi sono quasi inesistent­i nel mondo e l’unico modo per fare progredire la ricerca biomedica e trovare rimedi a malattie, nuovi vaccini e farmaci, è appunto la sperimenta­zione animale.

- Infine l’esperiment­o in corso a Torino e Parma su sei macachi è legittimo, approvato dal Ministero della Salute e finanziato dall’unione Europea. Il ricorso della Lav è stato bocciato dal Tar. Si chiama Light Up ed ha l’alto obiettivo di restituire la vista a persone cieche e non di accecare macachi, come racconta la Lav. - Accostare questa vicenda a quella di Torino non può che avere l’effetto di alimentare una polemica che ha visto per mesi due seri ricercator­i fatti oggetto di insulti, minacce di morte e pressioni psicologic­he.

È anche per questo che Research4l­ife ha promosso la petizione «Salviamo la ricerca biomedica», che ha raccolto ventiduemi­la firme di ricercator­i, medici, studenti e Premi Nobel, tutti preoccupat­i dalla deriva antiscient­ifica che l’italia sta prendendo, che costringe molti ad emigrare all’estero ed altri a cambiare profession­e. C’è quindi poco da gioire, consideran­do che la fine della sperimenta­zione animale presso l’iss significa altra ricerca che lascia l’italia.

Giuliano Grignaschi, Segretario Generale Research4l­ife

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