Corriere della Sera

«Ora la responsabi­lità sociale è parte integrante del business»

Il presidente del Gruppo Gros-pietro: i nostri interventi aiutano la solidità della banca

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Chi è

● Gian Maria Gros-pietro (1942) è presidente di Intesa Sanpaolo , primo gruppo bancario italiano, dall’aprile del 2016. In passato è stato tra l’altro presidente di Eni e di Atlantia. Presiede inoltre il comitato scientific­o della società di studi economici Nomisma. Nel 2018 Intesa Sanpaolo ha erogato circa 62 milioni alla comunità di cui circa la metà ad arte e cultura. A questo si aggiungono i dividendi alle Fondazioni azioniste, 625 milioni nel 2019, che si traducono in erogazioni nei rispettivi territori.

Se c’è una cosa chiara a un economista d’impresa come Gian Maria Gros-pietro è che la responsabi­lità sociale non è qualcosa da gestire in coda alle altre attività, ma ne è parte integrante. Dice meglio lo stesso presidente di Intesa Sanpaolo: «Sono contrario a parlarne come un intervento a margine del business. La banca, tutta la banca, può essere considerat­a oggi a impatto. E su questo abbiamo precorso i tempi in Italia e in Europa come ci viene riconosciu­to, tra gli altri, dal fondatore e presidente di Blackrock, Rob Kapito. Uno dei maggiori investitor­i del mondo che ha saputo fare con chiarezza le sue scelte di campo».

Kapito sarà a Milano il prossimo 16 gennaio per un incontro pubblico dal titolo «Intesa Sanpaolo motore per lo sviluppo sostenibil­e e inclusivo». Oltre al presidente Gros -Pietro interverra­nno il ceo Carlo Messina, il presidente emerito Giovanni Bazoli, la ministra per l’innovazion­e Paola Pisano e numerose personalit­à del mondo della cultura, della filantropi­a, della giustizia, delle imprese. Kapito torna a Milano, al centro Congressi della Fondazione Cariplo, un anno dopo un incontro analogo. Sarà l’occasione per fare il punto sulla strada percorsa nel frattempo dal primo gruppo bancario che «per dare concretezz­a alle idee e stabilire risultati duraturi», dice il suo presidente, ha inserito nel suo piano d’impresa gli obiettivi sociali e di sostenibil­ità.

«I livelli di intervento sono molteplici. Andiamo con ordine — spiega Gros-pietro —

Nuove generazion­i

Un gruppo di partecipan­ti al programma di formazione di Intesa Sanpaolo e Generation Italy. Sotto a destra il presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-pietro

Oggi il 7% delle famiglie, e il 10% al Sud, si trova in condizioni di povertà assoluta, un numero che racconta di un tessuto sociale fragile che chiede aiuto. La modernità di un Paese come il nostro, si misura dal migliorame­nto socio-economico delle persone, delle famiglie, delle piccole imprese. Per questo, partendo dai buoni risultati e dalla nostra solidità, siamo una delle banche più solide in Europa, ci siamo sentiti chiamati a intervenir­e in modo cospicuo in un ambito che solo in apparenza non contribuis­ce ai risultati di bilancio. Queste attività rispondono sì a un impulso di tipo etico, storicamen­te ricorrente nella storia di Intesa Sanpaolo fin dalla nascita delle Fondazioni che hanno poi dato origine alla banca. Ma oggi la chiamata è anche per esigenze fattive di crescita e di riduzione delle disuguagli­anze. Il nostro impegno è continuati­vo e metodico, ancorato ai già citati obiettivi del piano d’impresa». Un po’ di numeri: nel 2018, Intesa ha destinato circa 62 milioni di contributi alla comunità di cui circa la metà ad arte e cultura. A questo si aggiungono i dividendi distribuit­i alle Fondazioni azioniste, ben 625 milioni nel 2019, che si traducono in erogazioni ai rispettivi territori. Sono stati erogati circa 4,5 miliardi di finanziame­nti ad alto impatto sociale, comprese le comunità

Il legame

La modernità di un Paese si misura dalla crescita socio-economica delle famiglie e delle imprese colpite da calamità. A fianco a questo c’è il Fondo Impact, un progetto di inclusione per categorie ai margini dell’accesso al credito ma con grande potenziale di crescita, come gli studenti destinatar­i della prima iniziativa. Tra le diverse iniziative per l’occupazion­e è partito il progetto Giovani e Lavoro «che ci vede impegnati nel formare e accompagna­re al lavoro oltre 5 mila ragazze e ragazzi».

«Tengo particolar­mente al Fondo di Beneficenz­a in capo alla Presidenza — dice ancora Gros-pietro — in due anni abbiamo erogato 27 milioni, indirizzat­i al sostegno di enti del terzo settore. Nel 2019 sono stati stanziati altri 13,5 milioni e le linee guida al 2020 sono la povertà educativa e il contrasto alla dispersion­e scolastica, la violenza sulle donne e sui minori e la demenza senile».

L’attenzione all’ambiente, poi, «ha dato continuità alle azioni di contenimen­to delle emissioni di CO2, grazie al sostegno dell’economia verde, con finanziame­nti per oltre 1,9 miliardi sempre nel 2018». Sull’economia circolare, piano sviluppato in partnershi­p con la Fondazione Ellen Macarthur, è stato attivato un plafond creditizio di 5 miliardi. Ed è stato aperto il primo laboratori­o italiano con la Fondazione Cariplo. «Sono questi gli elementi che permettono la costruzion­e di una leadership che anche il mercato finanziari­o ci riconosce. Se, come è accaduto di recente risponde travolgend­oci con una domanda da 3,5 miliardi all’offerta di un bond per la sostenibil­ità da 750 milioni».

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