«La soluzione per la Libia si troverà a Berlino»
Conte e l’obiettivo della Conferenza: no a soluzioni militari. Di Maio spinge la missione Ue
La soluzione per la Libia passa da Berlino. Si rafforza inoltre l’ipotesi di missione Ue. Conte: mantenere la tregua.
Di fronte al Copasir ha sottolineato l’importanza dell’impegno diretto degli Stati Uniti nella crisi libica, e ha anche aggiunto un allarme per i canali delle nostre fonti energetiche, che «necessitano di una diversificazione».
Giuseppe Conte di prima mattina si presenta di fronte ai membri del Comitato parlamentare di controllo sui servizi, illustra i risultati dello sforzo diplomatico italiano degli ultimi giorni, mentre il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, in audizione in Parlamento, dice chiaramente che potremmo intensificare la presenza militare sia nelle zone del Sahel che nello stretto di Hormuz, «la cui sicurezza è necessaria e strategica per la nostra economia».
Nel pomeriggio Conte riceve a Palazzo Chigi il premier olandese Mark Rutte e ribadisce la posizione italiana: «La premessa per una soluzione politica della crisi libica, che potremo cercare di ottenere già dalla conferenza di Berlino, è che si mantenga la tregua fra le fazioni e che si apra un confronto intralibico in grado di consegnare un futuro di benessere e prosperità».
Rutte ha lodato il ruolo dell’italia, sia rispetto alla Libia che all’iraq, mentre Conte ha rivendicato che al momento l’unica strada è quella diplomatica: «L’approccio dell’italia verso la crisi libica è uno degli argomenti toccati con Rutte. Con l’approssimarsi della conferenza di Berlino, la nostra posizione è chiara e coerente: non c’è spazio per una soluzione militare che acuirebbe le sofferenze e l’instabilità della regione, condividiamo con l’olanda un forte impegno congiunto per promuovere una sostenibile soluzione politica sotto l’egida delle Nazioni Unite», ha concluso Conte.
Nella sua audizione in Parlamento il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è invece tornato sull’ipotesi di una missione di pace: «Una missione europea in Libia sarebbe un passo importante per fermare le interferenze esterne», anche perché «gli europei sono quelli che più hanno da perdere da una Libia instabile».
Di Maio ha anche aggiunto che «l’instabilità diffusa tocca da vicino gli interessi nazionali», sottolineando che «quanto più lì l’italia sarà unita e compatta tanto più riuscirà a mettere in campo un’efficace azione politica. Nel Mediterraneo non esistono scorciatoie militari che non producono soluzioni sostenibili». Insomma a differenza di altri attori, come la Turchia, «l’italia non intende intervenire militarmente nel conflitto» libico e sostiene «con convinzione il processo di Berlino al momento unica strada percorribile».
Per Guerini invece i recenti avvenimenti in Libia «ci impongono una riflessione su una possibile rimodulazione del nostro sforzo militare. Si potrebbe ipotizzare un intervento internazionale per dare solidità alla cornice di sicurezza».
Impegno militare nei punti caldi
Il ministro della Difesa Guerini apre alla possibilità di «rimodulare il nostro sforzo militare» nell’area del Sahel e nello Stretto di Hormuz