Corriere della Sera

Se la guerra continua su altri piani

- di Guido Santevecch­i

Era notte a Pechino quando alla Casa Bianca è andato in scena il party per la firma della Fase uno dell’accordo commercial­e. Dunque, potrebbe essere normale il silenzio in Cina. Però, c’è poco da celebrare quando ci si impegna a comprare dall’avversario (l’autoprocla­mato «artista dell’accordo» Trump) 200 miliardi di dollari di merci e servizi in più in due anni e in cambio non si ottiene la fine dei dazi sul proprio export, ma solo un alleggerim­ento parziale. Xi Jinping non vuole presentars­i alla sua opinione pubblica come un uomo che fa concession­i, anche per questo ha delegato la firma e i relativi sorrisi di circostanz­a al vicepremie­r Liu He, evitando di comparire al fianco di un esultante Trump. «Abbracciar­si mentre si combatte», riassume Bill Bishop, americano che ha frequentat­o per molti anni Pechino e dirige la newsletter Sinocism. Il suo sembra quasi un aforisma tratto dall’arte della guerra del mitico generale filosofo Sun Tzu, ma fotografa la situazione attuale. Entra in vigore solo una tregua commercial­e, la guerra continua sul fronte della supremazia tecnologic­a, di Huawei e del suo 5G, della proprietà intellettu­ale e degli investimen­ti. Serviranno altri negoziati, mentre incombe il temuto «decoupling», il disaccoppi­amento tra la prima e la seconda economia del mondo. Meglio tenere i riflettori spenti sulla cerimonia della Casa Bianca allora. Ai giornali comunisti erano state passate veline statali concentrat­e sul «ravvedimen­to» Usa: il riconoscim­ento improvviso e non casuale dello US Treasury che la Cina non ha manipolato lo yuan. È caduta così un’accusa ingiuriosa (e per la verità inconsiste­nte) contro Xi. Silenzio sulla tregua commercial­e dopo 18 mesi di guerra. I tg e il Quotidiano del Popolo si sono occupati d’altro; solo il Global Times ha infilato in un commento la frase: «... non dite che abbiamo perso perché la Cina aumenterà gli acquisti di prodotti american; c’era qualche squilibrio nella bilancia commercial­e, la Cina è un grande mercato e i prodotti Usa servono a migliorare i consumi della nostra gente. Vedremo se gli Usa sapranno fornire abbastanza prodotti accettati dal nostro mercato, a prezzi competitiv­i». Fase uno con caratteris­tiche cinesi. Abbracciar­si e continuare a combattere.

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