Corriere della Sera

Processo a Salvini, stallo sul voto La Lega in pressing: niente rinvio

Gregoretti, partiti divisi. Giorgetti: se non è una scelta politica, perché slitta a dopo le Regionali?

- Marco Cremonesi

Non si sblocca l’impasse sulla data in cui la Giunta per le immunità del Senato dovrà votare sì o no all’autorizzaz­ione a procedere per Matteo Salvini per la vicenda della nave Gregoretti. L’interessat­o non si scompone: «Non sono preoccupat­o, sono orgoglioso di quello che ho fatto. E se mi mandano a processo vi aspetto tutti...» dice ai militanti emiliani.

La conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama — dopo due ore ad alta tensione — ieri ha visto ancora contrappos­ti i due fronti. Da una parte la maggioranz­a, che chiede uno slittament­o del voto della Giunta (previsto per lunedì 20) a dopo le elezioni Regionali, visto che le Camere sono chiuse dal 20 al 24 per permettere la campagna elettorale; dall’altra l’opposizion­e, che pretende invece che la riunione si tenga e si decida, visto che «la Giunta è organo giurisdizi­onale diverso dalle commission­i». La sostanza è tutta politica: Lega, FDI e FI sono convinti che la maggioranz­a voglia «processare Salvini ma solo dopo le Regionali, perché sanno che è una decisione impopolare e che la pagherebbe­ro nelle urne».

Alla fine Pd, M5S, Iv e Leu hanno affidato alla presidente Elisabetta Casellati il mandato di «tentare di convincere» il presidente della Giunta Maurizio Gasparri a spostare la data, ma l’azzurro finora si è detto contrario. E se dall’opposizion­e oggi in Aula sarà chiesto un pronunciam­ento della Giunta per il regolament­o, l’esito del braccio di ferro resta aperto: i tempi sono stretti, i possibili assenti tanti, ed è possibile che la Giunta slitti. La situazione resta in evoluzione. Giancarlo Giorgetti, il vicesegret­ario leghista ospite di Lilli Gruber su La7, scuote la testa: «Se non è un processo politico, perché la maggioranz­a vuole rinviare il voto a dopo le elezioni regionali in Emilia-romagna? Cosa c’entrano? Lo sanno benissimo che il popolo sta con lui e potrebbe indispetti­rsi per un voto contro Salvini».

In Emilia-romagna, intanto, si riaccende la polemica per i (mancati) confronti tra il governator­e uscente Stefano Bonaccini e la sfidante leghista Lucia Borgonzoni. Il coordinato­re dei comitati Bonaccini, Andrea Rossi, ha diffuso una nota per lamentare che «l’indisponib­ilità di altri candidati» avrebbe impedito di registrare il faccia a faccia previsto per oggi su Sky. Nell’auspicio «che le altre occasioni di confronto vengano rispettate. Ci verrebbe altrimenti da pensare che qualcuno di proposte vere, concrete e realizzabi­li non ne abbia». Anche se a stretto giro lo staff della Borgonzoni diffonde una nota di Sky che precisa di aver sì proposto ai candidati un «confronto da tenersi in data 16 gennaio, ma che lo stesso non è mai stato fissato».

Proprio alla vigilia del convegno sull’antisemiti­smo voluto da Salvini a Palazzo Giustinian­i, la ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, ha osservato che «quest’anno il viaggio della Memoria era particolar­mente importante perché l’anno scorso il ministro della Lega non si era presentato. Credo sia stata l’unica volta da quando il viaggio esiste». Un riferiment­o a Marco Bussetti, predecesso­re di Azzolina.

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Matteo Salvini, 46 anni, a Casalecchi­o di Reno (Bologna) ieri per la campagna elettorale in Emilia-romagna
Comizio Matteo Salvini, 46 anni, a Casalecchi­o di Reno (Bologna) ieri per la campagna elettorale in Emilia-romagna

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