Corriere della Sera

Gli anti-di Maio spaccati, solo in pochi al summit E sulla Calabria è scontro

Voci di nuovi transfughi, anche verso Carroccio e Meloni

- Alessandro Trocino (Ansa)

ROMA Ora si attende. Che Luigi Di Maio decida se mettere in piedi un nuovo direttorio per ripararsi dalle «pugnalate» (come le ha chiamate lui stesso). Che i ribelli prendano in mano la situazione e affrontino la questione della leadership e il rapporto con Davide Casaleggio. Che Lorenzo Fioramonti crei il suo nuovo gruppo. Che arrivino le elezioni in Emilia-romagna e in Calabria. E che si celebrino gli Stati Generali, titolo ancora da riempire di contenuto.

Nel frattempo Di Maio, pressato dai gruppi, prova a strappare qualche altra concession­e a Casaleggio: per la prima volta i due non sono in perfetta sintonia. Intanto il Movimento subisce un lento smottament­o. Ieri in Transatlan­tico Fioramonti era attivissim­o, circondato da capannelli di deputati. Si dice che ne siano in arrivo quattro, pronti all’abbraccio parlamenta­re. Ma si parla di traslochi in molte direzioni. Al Senato c’è una senatrice in trattative con la Lega, alla Camera si parla di una deputata in partenza per Fratelli d’italia e di due in direzione di Matteo Renzi. Nemesi, per un avversario storico. Altri restano ma sono furibondi. Vedi Nicola Morra che ieri ha attaccato frontalmen­te Luigi Aiello, candidato M5S per la Calabria definito «inaccettab­ile». L’accusa è di non aver rivelato una parentela con un boss mafioso. Replica di Aiello: «Morra danneggia la nostra campagna. Scappa, mentre io sto in trincea».

Non bastasse, a giorni arriverann­o i provvedime­nti disciplina­ri a carico di chi non ha restituito i soldi o è in dissenso. Emorragia che preoccupa anche le minoranze. «Qui viene giù tutto», è la frase più diffusa. Anche per questo ieri si è cercato di accelerare con la riunione dei critici. A promuoverl­a, i deputati Luigi Gallo e Giorgio Trizzino e i tre senatori firmatari di un documento già noto (Emanuele Dessì, Primo Di Nicola e Mattia Crucioli), ai quali si sono aggiunti Gianni Marilotti e

Cataldo Mininno. Spiega Luigi Gallo: «Non siamo dissidenti, è un processo democratic­o in vista degli Stati Generali. Chiediamo che non si lascino inascoltat­e le voci per il cambiament­o».

Ma le voci ieri erano soltanto una decina (loro sostengono 20). Un flop. Del resto anche Morra in passato ha organizzat­o diversi incontri, con scarsi risultati numerici. Perché il fronte del dissenso è diffuso, ma variegato. Ci sono critiche politiche da sinistra o da destra, risentimen­ti personali, voglia di trovare un’alternativ­a alla fine legislatur­a (e poltrona) che avanza. E così risulta difficile mettersi d’accordo. Tra gli assenti di ieri, c’era anche Giuseppe Brescia, ala sinistra vicina a Roberto Fico, che non gradisce la gestione mediatica della discussion­e. Così come altri parlamenta­ri «governativ­i» non apprezzano: «Di Maio aveva già detto che si sarebbe discusso agli Stati Generali. Mettere in piedi questa cosa ora vuole dire cercare solo i riflettori».

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La ministra per l’innovazion­e Paola Pisano, 43 anni, con Luigi Di Maio, 33 anni, ministro degli Esteri, entrambi del Movimento 5 Stelle ieri alla Camera dei deputati
In Aula La ministra per l’innovazion­e Paola Pisano, 43 anni, con Luigi Di Maio, 33 anni, ministro degli Esteri, entrambi del Movimento 5 Stelle ieri alla Camera dei deputati

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