Corriere della Sera

Zingaretti: «Asse con il M5S? No, si apre una fase nuova»

«Io lavoro per rafforzare il Pd». L’appello a Iv: alle Regionali niente regali a Salvini

- Maria Teresa Meli

Nicola Zingaretti appare sinceramen­te stupito per le accuse di subalterni­tà al Movimento Cinque Stelle che gli sono state rivolte, anche all’interno del suo partito, durante la due giorni all’ex abbazia di San Pastore.

Però sono stati proprio i massimi dirigenti dem in quel seminario a insistere sull’alleanza con i grillini: perché sorprender­si? «Contiglian­o — spiega il segretario — è stata l’occasione per aprire una fase nuova, esattament­e l’opposto del rilancio del rapporto con i 5 Stelle. Piuttosto, un altro passo di una strategia

di rafforzame­nto del Pd».

Eppure è passato, in parte, un altro messaggio. «Con la decisione di andare avanti con il proporzion­ale, il tema dell’alleanza con i Cinque Stelle per le elezioni non c’è più. C’è invece nell’ambito delle Regionali». E allora l’insistenza sull’alleanza con i grillini? «Noi vogliamo ribadire ovunque la necessità che questo deve essere un governo di alleati e non avversari. È questo il senso delle nostre affermazio­ni».

Già, il ritorno del proporzion­ale. C’è chi teme che coincida con un ritorno all’antico. In parole povere, bipolarism­o addio. Ma Zingaretti è convinto che questo non avverrà: «L’italia è e rimarrà bipolare. La Lega e il Pd sono i pilastri di questo bipolarism­o. Del resto il nostro è l’unico partito della maggioranz­a di governo che si presenta ovunque in alleanze contro Salvini».

A Contiglian­o, però, è rimasto sullo sfondo un altro tema. Quello del rinnovamen­to del Partito democratic­o. È già stato archiviato? «No. Occorre un rinnovamen­to del Pd e una sua massima apertura. Lo Statuto del partito dopo 12 anni è cambiato molto. Però non basta, ora occorre un’innovazion­e del Pd. È necessario innescare un processo nuovo che allarghi e aggreghi intorno al Partito democratic­o, perché noi siamo gli unici che parlano con quello che si muove nella società».

Dunque, non uno scioglimen­to come era parso in un primo momento. Ma «rafforzame­nto» del Pd a parte, ci vorrebbe anche un rafforzame­nto del governo. «La legge di Bilancio ha chiuso il rischio-bancarotta e ha messo le premesse per un nuovo schema. Ma certo ora bisogna mettere in campo delle politiche. E occorre avere profilo, contenuto e visione».

La legge di Bilancio sarà anche andata in porto, ma l’economia italiana è in affanno. «E bisogna riaccender­la. Il piano per l’italia che abbiamo lanciato a Contiglian­o rappresent­a proprio la sfida dei contenuti, per parlare al Paese. Dobbiamo creare lavoro, giustizia sociale e benessere».

Insomma, Zingaretti è convinto di aver imboccato la via giusta. Anche se le ultime mosse di Italia viva e del movimento di Carlo Calenda sembrano aver spiazzato il Pd. Iv non appoggerà Pippo Callipo in Calabria. «Il voto a Callipo — dice Zingaretti — è l’unico modo per fermare la Lega, non si buttino voti facendo regali a Salvini».

Ma c’è di più. Iv insieme a Calenda non sosterrà nemmeno Michele Emiliano. A Zingaretti queste operazioni, unite alla decisione di Italia viva di schierarsi con il centrodest­ra sulla prescrizio­ne, non piacciono. Quando torna al Nazareno spiega ai suoi: «La verità è che hanno paura della centralità del Pd. E poi temo che Renzi voglia rompere...».

Dal Nazareno parte quindi la controffen­siva nei confronti di Calenda e, soprattutt­o, di Renzi, accusato di fare il gioco della destra.

 ??  ?? Segretario Nicola Zingaretti, 54 anni, guida il Pd dal 17 marzo del 2019. È presidente della Regione Lazio dal 2013
Segretario Nicola Zingaretti, 54 anni, guida il Pd dal 17 marzo del 2019. È presidente della Regione Lazio dal 2013

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