Corriere della Sera

La lettera degli investitor­i all’europa

- di Federico Fubini

Nell’italia del 2020 non si trova un solo partito disposto ad accettare una concession­e come quella del 2007 che assegnò una rete di 2.850 chilometri a Autostrade per l’italia (Aspi). Quell’accordo, concesso allora dal centrosini­stra, permetteva aumenti ai caselli in base agli investimen­ti attesi del concession­ario e non a quelli realizzati. Stabiliva l’indennizzo di tutti gli utili prevedibil­i fino al 2038 anche in caso di inadempien­za del gestore (se non c’è una condanna). Nell’italia di oggi non si trova neanche qualcuno disposto a sostenere che Atlantia, la holding controllat­a dalla famiglia Benetton che ha Aspi sotto di sé, non debba fare di più: è giusto che per il crollo del ponte Morandi offra un impegno finanziari­o più ampio per riconoscer­e la propria (grande) parte di responsabi­lità. Sarà poi un giudice a dire se anche il concedente pubblico ha vigilato male. Ma in uno Stato dove vige la certezza del diritto anche un contratto che non riscrivere­mmo è un contratto da rispettare. Ed è dall’800 che gli azionisti non sono responsabi­li personalme­nte dell’attività di un’azienda, mentre le aziende stesse non sono persone fisiche da punire (semmai, possono essere condannati gli amministra­tori). Grandi investitor­i come Blackrock, Lazard o Gic hanno scritto a Bruxelles per dire che l’italia sta violando tutti questi principi di uno Stato di diritto moderno. Non sarebbe il modo di fare giustizia per Genova. È il modo di restare senza investitor­i, proprio ora che servono più infrastrut­ture.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy