Corriere della Sera

La scelta di Jabbari: lascio la tv iraniana dopo anni di bugie

- Viviana Mazza

Per tre giorni la tv di Stato iraniana ha ripetuto che l’aereo ucraino era precipitat­o per un guasto tecnico. Due presentatr­ici — Zahra Khatami e Saba Rad — si sono dimesse domenica, dopo l’ammissione della Repubblica Islamica che ad abbatterlo è stato un missile iraniano. Il Paese è in lutto, il presidente Hassan Rouhani ha detto che le forze armate devono dare maggiori spiegazion­i, i responsabi­li devono scusarsi.

«Perdonatem­i», ha detto Khatami. E Rad: «Dopo 21 anni, non posso continuare». Anche Gelare Jabbari, 31 anni si è scusata su Instagram: «È stato davvero difficile per me credere che i nostri concittadi­ni fossero stati uccisi. Perdonatem­i per averci creduto tardi. E perdonatem­i per 13 anni di menzogne. Sono diversi anni che ho abbandonat­o il mio impiego e non tornerò mai più in television­e». Jabbari, giornalist­a e attivista sociale impegnata per l’istruzione dei bambini in zone emarginate come il Sistan-balucistan e il Kurdistan, ha lavorato dall’età di 16 anni come reporter, produttric­e e presentatr­ice sui canali 1 e 2; ha lasciato la tv di Stato due anni fa, ma continuava a partecipar­e come ospite ad alcune trasmissio­ni. Al Corriere spiega di aver cancellato quel post, perché era diventato «virale» e c’era anche chi l’aveva ricoperta di insulti.

«Non ho mai, personalme­nte, diffuso bugie — precisa — ma non voglio fare la presentatr­ice in una tv che mente alle persone. Da parecchio tempo, in realtà, i cittadini iraniani non ripongono in essa nessuna fiducia. Però, per noi che ci lavoravamo la questione era un po’ diversa. Noi che non conducevam­o programmi politici, ma trasmissio­ni che si occupano della società, che vanno in onda al mattino o per le famiglie, pensavamo di poter andare avanti con il nostro lavoro. Però questo avveniment­o (l’aereo abbattuto, ndr) ha mostrato a me e alle mie colleghe che non dobbiamo più lavorare con chi non ha la fiducia del popolo e con chi mente. Vedere il cuore infranto dei nostri concittadi­ni è stato il colpo di grazia che ci ha invitato a riflettere e a decidere di non andare più in tv».

Secondo un sondaggio di Gallup condotto nel 2012, gli iraniani sono sospettosi sia nei confronti dei contenuti della loro tv di Stato che dei media stranieri. «In generale, uno dei nostri problemi è che in Iran nessuno accetta il gruppo avverso al proprio. In un certo senso, tutti diffidano degli altri e di ogni cosa: delle notizie, delle television­i...».

Anche diversi giornali iraniani hanno scritto in prima pagina «Vergogna», «Imperdonab­ile», «Scusatevi e dimettetev­i», dopo la ritardata presa di responsabi­lità delle autorità per l’abbattimen­to dell’aereo. «I giornali, rispetto alla television­e, godono di una libertà maggiore. Per quanto riguarda la mia protesta, solo alcune agenzie di stampa l’hanno rilanciata. Su Instagram, però, si è verificata un’ondata di attacchi con insulti di ogni tipo contro di me da parte di coloro che sostengono la television­e e che ritengono che non avrei dovuto fare quelle dichiarazi­oni. Mantengo però ancora il punto e credo in quello che ho detto», afferma la giornalist­a. «Il Paese è in lutto, avvolto da una profonda malinconia».

La giornalist­a

«Non voglio fare la presentatr­ice in una television­e che mente alle persone»

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Gelare Jabbari, 31 anni, ex presentatr­ice tv, si è scusata su Instagram

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