Catanzaro, arrestato un giudice. A Roma in manette medico del Gemelli: riciclava i fondi delle cosche
● È cardiologo al Policlinico «Gemelli» di Roma
Per aggiustare i processi penali il giudice Marco Petrini, presidente della II sezione della Corte d’appello di Catanzaro, aveva un tariffario. Almeno mille euro a sentenza. Come presidente della Commissione provinciale tributaria, invece, il giudice Petrini per sistemare le cause, oltre ai soldi, pretendeva anche prestazioni sessuali. E poi vacanze, orologi. Gli piaceva mangiar bene. I suoi «amici» lo accontentavano con cassette di gamberoni e champagne che arrivavano a casa sua alla vigilia di ogni sentenza da correggere. Il giudice ieri è finito in carcere su ordine della Procura di Salerno, competente per le indagini sui magistrati del distretto di Catanzaro. L’accusa è di corruzione in atti giudiziari. In carcere sono finiti anche due avvocati Francesco Saraco del foro di Catanzaro e Marzia Tassone, del foro di Locri (ai domiciliari),il medico Emilio Santoro, ex dirigente dell’azienda sanitaria di Cosenza, un ex consigliere regionale, Giuseppe Tursi Prato, e altre quattro persone, tutte accusate di corruzione in atti giudiziari. Il giudice Petrini è accusato anche di essersi prodigato per far ottenere ad alcune praticanti l’abilitazione alla professione di avvocato. In cambio di prestazioni sessuali.
Le attività corruttive del giudice sono ricostruite nelle 120 pagine dell’inchiesta «Genesi», firmata dal gip di Salerno Giovanna Pacifico. Una telecamera piazzata nel suo ufficio di Catanzaro dai finanzieri ha permesso agli inquirenti di filmare le «mazzette» che gli arrivavano in buste chiuse. Nei giorni scorsi al processo contro il clan Soriano di Filandari, a Vibo Valentia, il giudice Petrini aveva rigettato la richiesta della pubblica accusa di ascoltare un collaboratore di giustizia. Molti esponenti della cosca sono difesi in quel processo dall’avvocato Marzia Tassone, che gli inquirenti indicano come «l’amante stabile» del giudice Petrini. In qualità di presidente della commissione provinciale tributaria, il giudice Petrini, dopo aver aggiustato le sentenze che interessavano alle avvocatesse Marzia Tassone e Palma Spina, «intratteneva relazioni sessuali abituali con entrambe» negli uffici della commissione provinciale di Catanzaro. Gli incontri sono stati filmati dai finanzieri.
Tra le tante sentenze «modificate» in Corte d’appello dal giudice c’è quella di Giuseppe Tursi Prato, ex consigliere regionale. Condannato nel 2004 a pena definitiva per concussione, corruzione e associazione a delinquere di stampo mafioso, Tursi Prato perse il diritto al vitalizio. Riuscì a riottenerlo con una sentenza favorevole di Petrini.
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● È presidente di sezione della Corte d’appello di Catanzaro e della Commissione tributaria provinciale della cosca Grande Aracri di Cutro. Il professionista, che esercita anche a Reggio Emilia e Cutro, roccaforti del clan cutrese, è stato arrestato ieri con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. Sarebbe lui il terminale economico della famiglia di ’ndrangheta. Il cardiologo era intestatario di molte attività, soprattutto turistiche, costruite sulla costa dei Saraceni e che, comunque, venivano gestite dalla cosca.
In carcere anche il presidente della banca cooperativa di Crotone Ottavio Rizzuto. Indagati quattro finanzieri che avrebbero passato notizie riservate e l’ex presidente della giunta regionale Nicola Adamo, accusato di traffico d’influenze.
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