Corriere della Sera

Nominata «vice ministra» ai rapporti con gli Stati. Lei: sono sorpresa

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● Ha svolto il suo servizio nel settore multilater­ale, soprattutt­o per quanto riguarda temi concernent­i i migranti e i rifugiati, il diritto internazio­nale umanitario, le comunicazi­oni, il diritto internazio­nale privato, la condizione della donna, la proprietà intellettu­ale e il turismo

● La Sezione per i Rapporti con gli Stati ha così due sottosegre­tari: Di Giovanni e monsignor Mirosław Wachowski, che si occuperà in particolar­e della diplomazia bilaterale

CITTÀ DEL VATICANO Con i tempi della Chiesa, ma le cose si muovono: Papa Francesco ha nominato Francesca Di Giovanni, esperta in diritto internazio­nale, da 27 anni in Segreteria di Stato, come sottosegre­tario della Sezione per i Rapporti con gli Stati. È la prima volta che una donna, per di più laica, occupa una posizione dirigenzia­le così elevata nella Santa Sede, ai vertici della Terza Loggia.

Francesco aveva già nominato tre donne come sottosegre­tari di «ministeri vaticani»: suor Carmen Ros Nortes alla Congregazi­one dei religiosi, Gabriella Gambino e Linda Ghisoni al dicastero per i laici, la famiglia e la vita. Ma la Segreteria di Stato è il dicastero più vicino al Papa nel governo della Chiesa: guidata dal Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, «primo ministro» del Papa, la Segreteria è divisa in tre sezioni, una delle quali è diretta dal Segretario per il rapporti con gli Stati, l’arcivescov­o Paul Richard Gallagher, una sorta di ministro degli Esteri della Santa Sede del quale Francesca Di Giovanni, già «officiale» della stessa sezione, diventa ora uno dei due «vice».

Dall’inizio del pontificat­o,

Francesco parla della necessità di riconoscer­e più spazio alle donne, «bisogna riflettere su cosa significa il ruolo della donna nella Chiesa», aveva ripetuto a conclusion­e del Sinodo di ottobre, salvo aggiungere che non era solo una questione di incarichi.

Del resto il Papa spiegò che «anche una donna può essere a capo di un Dicastero». E lo stesso cardinale Parolin, tre anni fa, ha ricordato che «in teoria una donna potrebbe anche ricoprire l’ufficio di Segretario di Stato, che non è legato a sacramenti e sacerdozio».

La nomina di Francesca Di Giovanni, nell’attesa, è un passo in avanti notevole. «Che il Santo Padre affidasse a me questo ruolo, sinceramen­te non l’avrei mai pensato», ha spiegato ai media vaticani. «In effetti, è la prima volta che una donna ha un compito dirigenzia­le in Segreteria di Stato. Il Santo Padre ha preso una decisione innovativa che, al di là della mia persona, rappresent­a un segno di attenzione nei confronti delle donne. Ma la responsabi­lità è legata al compito, più che al fatto di essere donna».

Nata a Palermo nel 1953 e laureata in Giurisprud­enza, Francesca Di Giovanni fa parte dei Focolari e nel movimento cattolico fondato da un’altra donna, Chiara Lubich, ha iniziato lavorando nel settore giuridico-amministra­tivo del centro internazio­nale dell’opera di Maria. Officiale della Segreteria di Stato dal 15 settembre 1993, «ha svolto il suo servizio sempre nel settore multilater­ale, soprattutt­o

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