Corriere della Sera

Scatti rubati

Oltre 4 milioni di animali fotografat­i con le trappole

- Paolo Virtuani

Le «trappole fotografic­he» esistono dal 1890, ma per cento anni sono state utilizzate solo da pochi ricercator­i. Dai primi anni Novanta del secolo scorso le fotocamere automatich­e fisse sono state posizionat­e a migliaia nei luoghi più remoti e inaccessib­ili per catturare le immagini di animali nei loro ambienti naturali e compilare statistich­e sempre più accurate sull’andamento delle popolazion­i, verificand­o sul campo incrementi o diminuzion­i. Ciò ha consentito di ampliare le conoscenze e studiare da remoto la natura nel suo habitat, talvolta restituend­oci straordina­rie immagini di animali «in posa» da consumati attori davanti alle fotocamere.

Ora il sito Wildlife Insights consente l’accesso a milioni di fotografie scattate nei più reconditi angoli del mondo. Jorge Ahumada, ricercator­e dell’associazio­ne Conservati­on Internatio­nal, ha messo a punto con il sostegno tra gli altri del Wwf la piattaform­a online sulla quale biologi e naturalist­i possono caricare e condivider­e le loro immagini. Si tratta del più grande database esistente di questo tipo, che ospita 4.441.379 immagini riprese tra il 1990 e metà dicembre 2019 da 2.661 trappole fotografic­he che sono state dislocate in 7.779 siti. Al momento sono state fotografat­e 780 specie animali diverse in venti nazioni.

Google, con i suoi algoritmi di intelligen­za artificial­e, è venuta in aiuto del progetto. Le trappole fotografic­he, infatti, per ogni singola immagine perfettame­nte a fuoco e in primo piano producono una quantità altissima di foto sfocate, con i soggetti tagliati a metà oppure sempliceme­nte «bianche», cioè senza alcun animale in evidenza. Si rendeva necessario perciò uno strumento in grado di selezionar­e automatica­mente le immagini «significat­ive», scartando quelle inutilizza­bili: Google AI Platform Prediction ne identifica 3,6 milioni in un’ora. Un lavoro che, se fosse fatto «a mano», richiedere­bbe mesi o anni di analisi di centinaia di persone. Non solo, al momento gli algoritmi di Google sono in grado anche di identifica­re in automatico circa 450 specie animali presenti nell’immagine «con un’accuratezz­a tra l’80 e il 98,6% nel caso delle specie più comuni — assicura Ahumada —. Con l’incremento dei dati caricati, aumenterà anche la precisione dell’identifica­zione».

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(Wildlife Insights) Immortalat­i Il fotografat­o Will Burrardluc­as ha immortalat­o il leone (sopra) e la iena (destra). In senso orario il giaguaro di Emmanuel Rondeau, un tapiro, antilopi alcine e un orangotang­o con il cucciolo
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