Venezia, Bruno Racine alla guida di Palazzo Grassi
L’ex direttore del Centre Pompidou e della Bibliothèque nationale de France scelto da François Pinault per il polo museale contemporaneo
Un intellettuale amante dell’italia e con un passato più da letterato che da curatore d’arte contemporanea in senso classico. Con l’arrivo di Bruno Racine (nato a Parigi il 17 dicembre 1951) alla direzione di Palazzo Grassi-punta della Dogana, l’universo artistico (molto contemporaneo) creato da François Pinault per Venezia, quello stesso universo che da aprile a dicembre 2017 aveva catturato oltre 360 mila visitatori con le invenzioni di Damien Hirst, cambia orizzonte, con l’intenzione di riaffermare «la volontà di uno sviluppo armonico dei due poli museali».
Ieri l’annuncio da parte di François Pinault, imprenditore del lusso e mecenate, che ha collocato l’arrivo di Racine alla direzione di Palazzo Grassi-punta della Dogana dalla fine del mese di marzo, successivamente all’apertura delle mostre della stagione 2020 (tra queste Henri Cartier-bresson. Le grand Jeu, dal 22 marzo al 10 ottobre 2021).
Da quella data, Martin Bethenod, attuale direttore dell’istituzione veneziana (dal 2010) e responsabile della direzione del futuro museo della Bourse de Commerce dal 2016, si dedicherà completamente all’apertura e allo sviluppo dell’istituzione parigina, la cui apertura è prevista per giugno (progetto dell’archistar giapponese Tadao Ando).
Dopo gli studi in lettere classiche dell’école normale supérieure Racine ha poi proseguito i suoi studi all’école nationale d’administration, diventando revisore della Corte dei Conti di Parigi nel 1979. Più volte incaricato nell’ambito degli affari esteri, in particolare per il gabinetto del primo ministro Jacques Chirac (19861988), e in seguito per Alain Juppé, ministro degli Affari esteri (1993-1995) e primo ministro (1997), è stato direttore del Centro d’analisi e previsione del Quai d’orsay dal 1993 al 1995.
Prima di sbarcare in Laguna Bruno Racine è stato direttore del Centre Pompidou a Parigi e della Bibliothèque nationale de France orientandola in particolare verso l’arte contemporanea attraverso una serie di mostre sui legami tra artisti e letteratura (tra gli ospiti: Sophie Calle, Richard Prince, Matthew Barney, Anselm Kiefer). Racine ha anche diretto l’accademia di Francia a Roma dal 1997 al 2002, aprendo (anche in questo caso) Villa Medici all’arte contemporanea e agli artisti italiani.
Saggista e romanziere, Racine ha pubblicato vari libri sull’italia per Flammarion (L’art de vivre à Rome, 1999; L’art de vivre en Toscane, 2000) e per Puf-presses universitaires de France (Les Cent mots de Rome, 2018). Strenuo difensore della cultura e della lingua italiana, Bruno Racine presiede il comitato parigino della Società Dante Alighieri. Oltretutto un buon segnale alla vigilia del 2021, anno delle celebrazioni per il settimo centenario della morte del padre della Divina Commedia.