Hitler (amico) immaginario per una satira sul nazismo
Difficile far sorridere parlando di Hitler e del nazismo, c’era riuscito Mel Brooks col geniale The Producers e ora il neozelandese Taika Waititi (padre maori, madre ebrea), del vivaio Marvel, si diverte a interpretare egli stesso un Hitler di fantasia che volerà fuori dalla finestra, dopo essere stato l’amico immaginario di un ragazzino inquadrato nella gioventù hitleriana col passo dell’oca.
Siamo in Germania, sul finale della Seconda guerra mondiale e nella coscienza del giovane la miccia si accende quando scopre che la madre ha nascosto in casa una ragazza ebrea con cui inizia un dialogo pseudo sentimentale che svelerà verità sui vizi razzisti omicidi del regime. Finisce l’età dell’innocenza e intanto arrivano i nostri. Girato con simpatia da teen movies (tutto poi si sistema…), Jojo Rabbit (viene dato del coniglio ai diversamente machi) è perfetto e didascalico per le scuole se mai fossero interessate a diffonderlo.
Si spiega a soldoni e in modo paradossale il nazismo, ma è in fondo satira d’un film per i giovani che devono imparare la lezione. Come tale deve aver sedotto l’academy che lo ha ricoperto di nomination all’oscar, compresa quella azzardata, di miglior film. Bravi invece Scarlett Johansson (qui una delle sue due candidature), Sam Rockwell e Roman Griffin che si addossa il peso del messaggio, costeggia il melò, parte da premessa surreale, ricorda un po’ La vita è bella, sembra forse elementare ma è un discorso sempre utile, specie oggi, qui e ora.