Corriere della Sera

Dal «nido» ai nonni il lato sociale dell’impresa

Il welfare Eni (anche in Africa e Asia) e la lezione di Mattei

- Di Peppe Aquaro

Èquasi magico, e un po’ fiabesco, che si torni proprio là dove tutto era iniziato. Il primo motel fatto costruire dall’eni alla fine degli anni 50, nasceva, infatti, a San Donato Milanese. L’origine di una lunghissim­a serie-intuizione del patron dell’ente nazionale idrocarbur­i di quegli anni, Enrico Mattei: per il quale, la parola welfare — fiore all’occhiello dell’eni dei nostri giorni —, pur non esistendo ancora, si srotolava in una nuova idea di paesaggio italiano. E molto familiare.

Ecco perché è quasi magico (a volte, davvero, tutto ritorna) che, a San Donato, sia sorta una nuova casa, dal 2010, «Nido Scuola 06», dove poter sognare un futuro diverso. Magari una delle «Cinque scelte per recuperare il presente», citando il sottotitol­o di «E se domani», ciclo di incontri organizzat­i dalla Fondazione Feltrinell­i, in collaboraz­ione con Eni, in programma fino al prossimo 5 maggio.

Al primo posto, ieri come sempre, la famiglia — se ne parla già oggi, dalle 18.30, a Milano, in viale Pasubio 5, sede della Fondazione Feltrinell­i — composta da individui, i quali devono ritornare al centro dell’attenzione sociale. «La centralità delle persone è

L’attenzione

Il nido scuola aziendale Eni06 è stato realizzato nel 2010 da Eni a San Donato Milanese, quartier generale del gruppo, in collaboraz­ione con Reggio Children e l’università Milano Bicocca nel dna di Eni, e questo è testimonia­to anche dall’estrema attenzione che la compagnia dedica alle proprie iniziative e al proprio sistema di welfare, basato sull’ascolto dei dipendenti: cogliendon­e le esigenze, spesso anticipand­ole e superando, sul piano qualitativ­o, le richieste», osserva Claudio Granata, Chief Services & Stakeholde­r Relations Officer.

Tra le esigenze dei dipendenti e delle loro famiglie, un posto dove conciliare i desideri della vita privata con quelli lavorativi è rappresent­ato dal nido-scuola pensato per 170 figli (dai tre mesi ai 6 anni d’età) dei dipendenti

Eni, aperto tutto l’anno. La struttura, nata in collaboraz­ione con Reggio Children e l’università Milano Bicocca, presenta una unitarietà di progetto pedagogico, architetto­nico e gestionale.

E se l’attenzione del «Cane a sei zampe» si sposta dai nipotini ai nonni, la qualità non cambia: sono più di cento i partecipan­ti, ogni anno, ai soggiorni-vacanza a Cesenatico e Bardonecch­ia, destinati a chi ha più di 65 anni. Così come è anche «Ascolto dei dipendenti», l’aver organizzat­o un contact center (sia online che telefonico) per fornire supporto e orientamen­to per tutte le problemati­che collegate al care giving. Soggiorni estivi e summer camp arricchisc­ono l’offerta educativa e sociale del welfare Eni.

Ma una riflession­e collettiva, alla base degli incontri «E se domani», passa anche dal saper convivere e crescere con gli altri, da qualsiasi parte del mondo si provenga: nelle ultime edizioni dei soggiorni estivi, sono stati più di 140 i ragazzi figli di dipendenti delle consociate Eni del Congo, Ghana, Indonesia e Pakistan.

Infine, cosa rende davvero un’azienda unica? Una risposta che ci sta benissimo è quella data da Claudio Granata: «Riconoscer­e il valore delle proprie persone, prestando attenzione alle loro esigenze: sia che emergano nel contesto lavorativo che nella dimensione personale e familiare». In fondo, accade già con lo smart working, dall’1 ottobre scorso esteso ai lavoratori che operano nelle sedi uffici di tutto il territorio nazionale.

L’obiettivo

● C’è un traguardo, il 2030, lungo la strada della decarboniz­zazione, entro il quale Eni si è prefissa di raggiunger­e zero emissioni nette nell’ambiente. Per farlo, c’è bisogno di tecnologie. E soprattutt­o di persone valide, al centro di qualsiasi tipo di strategia aziendale. Compreso il sistema di welfare: dagli asili-nido per i figli dei dipendenti ai soggiorni estivi (per ragazzi ed anziani), fino allo smartworki­ng

Ascolto e offerta

A San Donato la scuola da tre mesi a 6 anni «Spesso anticipiam­o le richieste dei dipendenti»

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