Corriere della Sera

«Cancellato il popolo, torna la Prima Repubblica»

- Marco Galluzzo

ROMA Roberto Calderoli, qual è il suo primo commento? Lei sotto sotto ci sperava, o no?

«Hanno cancellato il popolo e i suoi diritti. L’articolo 75 della Costituzio­ne prevede gli argomenti che non possono essere oggetto di referendum, i referendum sono tutti molto manipolati­vi».

Ma se lo dice la Consulta è diverso...

«Certo, so che ne hanno discusso a lungo, probabilme­nte è stata una decisione a maggioranz­a: il problema è la ricaduta sul Paese, si è sancito il no al fatto che si possa fare un referendum sulla materia elettorale, si ritorna alla Prima Repubblica».

Mica crederà che la Corte abbia fatto dei calcoli politici?

«Qualcuno aveva paura che se fosse passata una legge del genere il centrodest­ra avrebbe potuto cambiare la

Costituzio­ne anche senza referendum».

Sostiene che la sua proposta faceva paura?

«Io ho cercato di creare la tempesta perfetta: il referendum che si terrà a giugno sul taglio dei parlamenta­ri e l’altro referendum con l’uninominal­e secco. Se fosse passato, un giorno dopo ci sarebbe stata la maggioranz­a a chiedere lo scioglimen­to della legislatur­a, avrebbero scelto di andare a votare subito con il Rosatellum».

Siete pronti al proporzion­ale?

«Salvini ha detto che siamo pronti anche al proporzion­ale con determinat­i requisiti, con uno sbarrament­o serio: il fatto di avere introdotto il 5% ma con il diritto di platea — che se anche non raggiungi il 5% ma raggiungi il quoziente intero in almeno tre circoscriz­ioni o in almeno due regioni diverse, almeno per la Camera prendi lo stesso seggi — è un indebolime­nto di tanto dello sbarrament­o. Dovendo accontare Renzi e Leu lo fanno per abbassare o sterilizza­re la quota di sbarrament­o».

Perché Salvini e Giorgetti hanno proposto il ritorno al Mattarellu­m?

«Significa che non siamo degli integralis­ti islamici, mentre con il proporzion­ale ci sarebbe il rischio che per fare un governo si debba avere la somma di tutti gli sconfitti, di tanti perdenti e quello che ha vinto le elezioni va all’opposizion­e».

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