La sveglia di Merkel per il dopo Brexit «L’UE è un’assicurazione, ma cambi»
La cancelliera al «Financial Times»: «La Nato è viva». Poi ricorda: «Quando sognavo Springsteen...»
BERLINO L’unione Europea e il suo rafforzamento economico e strategico rimangono un’assicurazione sulla vita per la Germania e gli altri Paesi del Continente, se vogliono avere un ruolo geopolitico significativo nel mondo. Per riuscirci, l’europa deve darsi una vera politica industriale colmando le lacune attuali — tanto più dopo la Brexit («un campanello d’allarme») — completare il mercato unico digitale e l’unione bancaria e soprattutto assumersi più responsabilità, aumentando le spese per la difesa e accettando di essere coinvolta nei quadranti strategici a cominciare dall’africa. Lo dice Angela Merkel in un’intervista al Financial Times, la prima da molti anni a una testata non tedesca.
La cancelliera parte dall’ammissione che la spaccatura con gli Stati Uniti si è approfondita e che questo ha cause strutturali, che precedono e vanno molto oltre l’amministrazione Trump: «L’interesse degli Stati Uniti per l’europa è in declino e questo continuerà ad essere vero per ogni presidente». La risposta non può essere che lo sviluppo di nuove capacità comuni degli europei, sul piano militare, economico e commerciale. Il rapporto transatlantico, dice tuttavia Merkel, «rimane cruciale, in particolare per quanto riguarda i nostri valori comuni e i nostri interessi nel mondo». La cancelliera nell’intervista è quasi sentimentale sugli Usa, quando ricorda che da giovane nella Ddr il suo sogno era un viaggio on the road in America, «vedere le Montagne Rocciose e ascoltare la musica di Bruce Springsteen».
Merkel riconosce che l’ue debba superare molte divisioni interne prima di avviarsi con decisione sulla strada dell’emancipazione. A cominciare dalla spaccatura dell’eurozona tra i Paesi nordici fautori del rigore e quelli del Sud che vorrebbero regole più
flessibili legate al ciclo economico. Sull’unione bancaria per esempio, in quello che suona come un indiretto riferimento all’italia, la cancelliera si dice «esitante» perché «il nostro principio è che ognuno debba ridurre i rischi nel proprio Paese prima di poterli mutualizzare». Inoltre, sostiene, bisognerebbe anche armonizzare le leggi sulla bancarotta dei Paesi Ue.
In polemica indiretta con il presidente francese Macron, che considera la Nato in uno «stato di morte cerebrale», Merkel sostiene che l’alleanza atlantica è «più viva che mai», ma che bisogna avviare una riflessione su come intenda svilupparsi nei prossimi decenni alla luce delle nuove sfide strategiche.
Merkel comunque contesta l’assunto che la Germania non voglia veramente impegnarsi nelle questioni strategiche: «Molte cose sono cambiate negli ultimi anni. Siamo molto più impegnati, guardiamo alle missioni della Bundeswehr in Africa, in Afghanistan, o al nostro ruolo nel conflitto in Ucraina e nell’accordo nucleare con l’iran. Questo impegno può crescere in futuro, ma siamo sulla buona strada». Sul commercio, Merkel sostiene che l’europa deve evitare di trovarsi schiacciata nella disputa tra Cina e Stati Uniti. Nessun dubbio che Pechino sia un rivale strategico, col quale negoziare in modo determinato, ma la cancelliera è contraria a seguire le tattiche di Donald Trump, minacciando continuamente la Cina di rappresaglie diplomatiche, politiche ed economiche: «Isolare la Cina non può essere la risposta». Per esempio, sull’introduzione della rete G5 in Europa Merkel non è contraria all’ingresso della cinese Huawei (in polemica con il suo stesso partito, la Cdu) ma dice che la Germania dovrebbe rafforzare i suoi meccanismi di sicurezza e diversificare i fornitori «per non dipendere da una sola azienda».
L’unico momento di apparente irritazione è quando gli intervistatori chiedono a Merkel, giunta all’ultimo mandato, come voglia essere ricordata. «Potete scrivere un commento, ma io non mi occupo del mio ruolo nella Storia. Io faccio il mio lavoro. Ho sempre detto che la Germania e l’europa devono essere forti. Che dobbiamo batterci per un mondo multilaterale, nel quale possiamo avere un ruolo importante se ci assumeremo maggiori responsabilità. Questa è la mia visione». E all’obiezione che lei, secondo i suoi critici, abbia semplicemente durchwurstcheln, si sia solo barcamenata nei suoi 14 anni al potere, la cancelliera un po’ contrariata risponde: «Questa espressione non è parte del mio vocabolario».
Se mi sono barcamenata nei 14 anni al potere? È un’espressione che non esiste nel mio vocabolario