Hines compra la Torre Velasca
De Micheli: «Ristabilire l’interesse pubblico». Il gestore: investimenti per 7,5 miliardi e mille assunzioni
«Faremo le cose per bene», ripete in audizione alla Camera la ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli. Frase un po’ sibillina dato che in ballo c’è la revoca delle concessioni ad Autostrade. Durante il suo intervento la titolare del ministero chiave per il destino della società che fa capo alla famiglia Benetton spiega: «Non c’è alcuna volontà espropriativa, ma soltanto l’esigenza di assicurare che l’inadempimento degli obblighi assunti determini conseguenze, anche per il patrimonio, dell’inadempiente». Parole che fanno balenare l’idea di una maxi multa al posto del ritiro delle concessioni, ma il punto è che fino a dopo le elezioni in Emilia-romagna il governo non deciderà alcunché, «la decisione della revoca o meno sulla vicenda non è stata presa». De Micheli però fissa alcune argomentazioni.
● La ministra dei Trasporti e delle infrastrutture Paola De Micheli ieri è intervenuta in audizione alla Camera
● La decisione su Autostrade è di fatto rimandata a dopo le elezioni in Emiliaromagna «Intendo rassicurare — osserva — che l’operato del governo è pienamente rispettoso delle previsioni costituzionali», replicando così all’audizione di Aiscat che ha sollevato dubbi sulle norme (trasferimento ad Anas delle concessioni revocate e riduzione dell’indennizzo per Autostrade da 23 a 7 miliardi) del decreto Milleproroghe. Spiega che il provvedimento punta a rivedere gli squilibri della convenzione siglata nel 2007 tra Stato e Autostrade. «Si è inteso ristabilire un giusto equilibrio tra l’interesse pubblico e quello privato, fortemente sbilanciato a favore del concessionario». A parlare è anche il premier Giuseppe Conte che dice: «Il dossier ormai è stato messo a punto e tutti gli elementi che servivano sono stati acquisiti. Adesso siamo in dirittura finale». Dal fronte
Autostrade intanto arriva l’ annuncio di un maxipiano di investimenti da 7,5 miliardi nei prossimi 4 anni, di cui 1,5 in manutenzione triplicando l’importo rispetto al quadriennio precedente. Spingendo sulla digitalizzazione dei controlli su viadotti e gallerie e immaginando mille assunzioni, tra cui la gran parte ingegneri. La volontà è quella di testimoniare al governo il «ravvedimento» dopo anni di report falsificati e costi ridotti per incrementare i margini della concessionaria. Tentando di riaprire la strada del negoziato su cui spinge anche la fondazione Crt, azionista della
Passa all’americana Hines la Torre Velasca, lo storico grattacielo di Milano del 1957: oltre 200 milioni, compresi 50 milioni per riqualificare anche la zona. Ieri la firma del preliminare con Unipol. A gestire la torre sarà Prelios. holding Atlantia. Il presidente Giovanni Quaglia, anche nel Comitato di supporto di Cassa depositi, rileva che la revoca «creerebbe qualche problema agli azionisti come noi che utilizzano i proventi per distribuirli nel territorio». Un cambio di passo, immaginato dall’ ad Roberto Tomasi, avallato dai soci istituzionali. I cinesi di Silk Fund hanno scritto al premier Conte. Il gruppo assicurativo Allianz ha presentato un esposto alla Commissione Ue. Da Treviso dove ha sede Edizione, la holding dei Benetton, filtra — come già dichiarato dal presidente Gianni Mion — la volontà di condividere utili e rendimenti con altri azionisti. Come il fondo F2i. Tra i cui soci ci sono proprio le fondazioni bancarie e Cassa depositi.