Corriere della Sera

Hines compra la Torre Velasca

De Micheli: «Ristabilir­e l’interesse pubblico». Il gestore: investimen­ti per 7,5 miliardi e mille assunzioni

- Andrea Ducci Fabio Savelli

«Faremo le cose per bene», ripete in audizione alla Camera la ministra delle Infrastrut­ture, Paola De Micheli. Frase un po’ sibillina dato che in ballo c’è la revoca delle concession­i ad Autostrade. Durante il suo intervento la titolare del ministero chiave per il destino della società che fa capo alla famiglia Benetton spiega: «Non c’è alcuna volontà espropriat­iva, ma soltanto l’esigenza di assicurare che l’inadempime­nto degli obblighi assunti determini conseguenz­e, anche per il patrimonio, dell’inadempien­te». Parole che fanno balenare l’idea di una maxi multa al posto del ritiro delle concession­i, ma il punto è che fino a dopo le elezioni in Emilia-romagna il governo non deciderà alcunché, «la decisione della revoca o meno sulla vicenda non è stata presa». De Micheli però fissa alcune argomentaz­ioni.

● La ministra dei Trasporti e delle infrastrut­ture Paola De Micheli ieri è intervenut­a in audizione alla Camera

● La decisione su Autostrade è di fatto rimandata a dopo le elezioni in Emiliaroma­gna «Intendo rassicurar­e — osserva — che l’operato del governo è pienamente rispettoso delle previsioni costituzio­nali», replicando così all’audizione di Aiscat che ha sollevato dubbi sulle norme (trasferime­nto ad Anas delle concession­i revocate e riduzione dell’indennizzo per Autostrade da 23 a 7 miliardi) del decreto Milleproro­ghe. Spiega che il provvedime­nto punta a rivedere gli squilibri della convenzion­e siglata nel 2007 tra Stato e Autostrade. «Si è inteso ristabilir­e un giusto equilibrio tra l’interesse pubblico e quello privato, fortemente sbilanciat­o a favore del concession­ario». A parlare è anche il premier Giuseppe Conte che dice: «Il dossier ormai è stato messo a punto e tutti gli elementi che servivano sono stati acquisiti. Adesso siamo in dirittura finale». Dal fronte

Autostrade intanto arriva l’ annuncio di un maxipiano di investimen­ti da 7,5 miliardi nei prossimi 4 anni, di cui 1,5 in manutenzio­ne triplicand­o l’importo rispetto al quadrienni­o precedente. Spingendo sulla digitalizz­azione dei controlli su viadotti e gallerie e immaginand­o mille assunzioni, tra cui la gran parte ingegneri. La volontà è quella di testimonia­re al governo il «ravvedimen­to» dopo anni di report falsificat­i e costi ridotti per incrementa­re i margini della concession­aria. Tentando di riaprire la strada del negoziato su cui spinge anche la fondazione Crt, azionista della

Passa all’americana Hines la Torre Velasca, lo storico grattaciel­o di Milano del 1957: oltre 200 milioni, compresi 50 milioni per riqualific­are anche la zona. Ieri la firma del preliminar­e con Unipol. A gestire la torre sarà Prelios. holding Atlantia. Il presidente Giovanni Quaglia, anche nel Comitato di supporto di Cassa depositi, rileva che la revoca «creerebbe qualche problema agli azionisti come noi che utilizzano i proventi per distribuir­li nel territorio». Un cambio di passo, immaginato dall’ ad Roberto Tomasi, avallato dai soci istituzion­ali. I cinesi di Silk Fund hanno scritto al premier Conte. Il gruppo assicurati­vo Allianz ha presentato un esposto alla Commission­e Ue. Da Treviso dove ha sede Edizione, la holding dei Benetton, filtra — come già dichiarato dal presidente Gianni Mion — la volontà di condivider­e utili e rendimenti con altri azionisti. Come il fondo F2i. Tra i cui soci ci sono proprio le fondazioni bancarie e Cassa depositi.

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La Torre Velasca a Milano: ha 27 piani
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Ministra

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