I libri rari incontrano le novità Passioni e collezioni a Milano
Al via la IV edizione patrocinata dall’aie. Eventi e mostre Da domani il Salone della Cultura: antiquariato, modernariato, occasioni
trarranno meno tempo di due figli a quello che lei vuole dedicare all’ascesa politica, eccola assai calcolatrice nei rapporti con i possibili mariti, anche con il prescelto Denis Thatcher, eccola costantemente impegnata nella riscossa sociale dopo essere stata inizialmente emarginata perché «figlia del droghiere», insomma ecco, pagina dopo pagina, una persona più complessa di quella macchina da guerra che viene solitamente raccontata. E questo, nel libro di Rosaspina, è un grande merito.
La galleria scorre veloce. La figlia sin da giovane ambiziosa, ma che adora il padre Alfred Roberts (con qualche problemino sempre più grande man mano che la carriera politica avanza), una famiglia iper-conservatrice nel costume prima che nella politica, patriottica e segnata dal ricordo fresco dell’impero, anti-comunista per istinto e per ragione. E poi gli anni di Oxford, gli studi brillanti e i primi «fidanzatini», si direbbe senza superare certi limiti (ma su questo Elisabetta è molto discreta, troppo), e ancora la fine della festa il 3 settembre del 1939, la guerra e l’odio verso i Chamberlain, i «cedevoli» verso Adolf Hitler, l’esempio imperituro di Churchill, e lei, ambiziosa, che fa la sua guerra oratoria, che non perde occasione per affermarsi lasciando a bocca aperta coloro che nelle riunioni di partito non avevano mai sentito parlare così una donna.
Arrivano i dispiaceri anche dopo la vittoria, ma la pasionaria con gli occhi chiari diventa una chimica (straordinaria analogia con la sua futura collega Angela Merkel) e prova a correggere la voce troppo acuta senza arrendersi mai, figli o non figli, e pazienza se Denis ogni tanto va a fare lunghi viaggi in Africa. Lei studia, rifiuta la propensione tanto britannica alle caste sociali ma in realtà ne resta prigioniera, adotta Friedrich August von Hayek, nella categoria degli odiati accanto a socialisti e comunisti mette i sindacati di casa, a cui romperà le ossa almeno in un primo tempo, e nel 1959 pianta le sue radici vincendo per i Tory nel collegio di Finchley, che fino alla fine resterà il suo. Si è fatta bionda, per somigliare alle altre e piacere di più in un ambiente in gran parte maschile. E a 33 anni, la più giovane delle 25 donne che ce la fanno, entra a Westminster.
Da lì, come una vera workaholic, comincerà a sparare proposte di leggi, a rendere sempre più severa la linea dei conservatori, diventa ministra, poi conquista il partito e nel 1979 è primo ministro. Qui entriamo nel campo più noto. Ma l’autrice non smette mai di offrirci dettagli inediti o forse soltanto non abbastanza conosciuti. Spassose sono le pagine sulla non comprensione con Aldo Moro (condivisa con Henry Kissinger), la scarsa stima di Andreotti, e l’amicizia invece subito esplosa verso il ministro Filippo Maria Pandolfi, democristiano anche lui, ma così diverso. Forse anche perché parlava inglese. E poi, arriva la sorpresa: l’«iron Lady» trova non interessante il funerale di Jurij Andropov a Mosca (e qui sbaglia), scontato quello di Konstantin Cernenko, ma coglie l’occasione per far conoscenza con un tale Mikhail Gorbaciov, che viene invitato a Londra con la moglie Raisa. Lui è intelligente, interessante, disposto ad ammettere che il comunismo ha molti difetti e va riformato (musica per le orecchie della Thatcher), ma sa essere anche polemico. Nasce una quasi-amicizia, che Gorby ancora oggi conferma. Forse si erano sentiti paradossalmente simili, non amati abbastanza e destinati a una uscita di scena poco piacevole, ma protagonisti entrambi del Secolo breve.
Il volume
● Il volume di Elisabetta Rosaspina Margaret Thatcher. Biografia della donna e della politica, è pubblicato da Mondadori (pagine 276,
22)
Grantham, in Inghilterra, il 13 ottobre 1925
● Primo ministro della Gran Bretagna per tre mandati, dal 1979 al 1990, è stata la prima donna britannica a ricoprire questo ruolo e il premier più longevo del Regno Unito nel Ventesimo secolo. Nello stesso periodo ha guidato, prima donna anche in questo caso, il Partito conservatore britannico (Tory Party)
● È morta a Londra l’8 aprile 2013
Una fiera che fa incontrare l’editoria del libro nuovo e i librai che si occupano di volumi d’antiquariato e di pregio, o di usato: domani e dopodomani a Milano si apre la quarta edizione del Salone della Cultura, con la direzione artistica del saggista e giornalista Armando Torno, nella sede del Superstudio Più. I numeri dell’evento già suggeriscono le dimensioni del comparto: 12 mila metri quadrati di esposizione, 500 mila titoli, 210 espositori circa, di cui 55 librai antiquari e 70 editori, con 7 mostre e molti incontri e dibattiti.
Ma a precisare lo stato dell’arte di questi mercati «paralleli» del libro verranno anche forniti i dati dall’aie, l’associazione italiana editori, che per la prima volta patrocinerà il Salone della Cultura: la ricerca sul settore del libro usato, di modernariato e d’antiquariato condotta da Aie con Pepe Research sarà presentata durante il Salone domenica 19 in Sala Dante, all’incontro Una storia infinita (ore 10.30), cui interverranno Silvio Fiechter, Mario Giupponi, Giovanni Peresson e Filippo Terzi moderati da Armando Torno.
Gli appuntamenti
Dentro al Salone della Cultura, oltre alle bancarelle e agli stand di libri, il programma di incontri: la giornata di domani si apre con la conversazione filosofica Essere, nulla e nichilismo con Erasmo Silvio Storace e Katia D’addona (alle 11.30), ma si parla anche di gialli al femminile con Tiziana Elsa Prina (domani alle 14) e dei pamphlet di Daniel Defoe Un Robinson Crusoe alla Borsa di Londra (La Vita Felice) con gli interventi di Piergaetano Marchetti, Filippo Annunziata e lo stesso Torno (domani alle 18). Domenica 19 si parla di Donne bibliofile con Cristina Balbiano d’aramengo, Laura Bartoli e Noemi Veneziani (alle 16), per chiudere con la lectio magistralis La cultura, innanzitutto! di Umberto Galimberti (alle 17.30).
Sette le mostre, su libri, autori ed epoche. A cominciare da Le avventure di Pinocchio. Illustrato da Fabio Sironi: in mostra l’opera dell’artista, tra l’altro storico illustratore del «Corriere della Sera», che al Salone propone le 37 tavole originali del suo Pinocchio (edite per l’occasione in volume da Luni Editrice con il patrocinio della Fondazione Carlo Collodi).
E poi: la mostra dedicata ad Alda Merini, Il verso d’amore
Le avventure di Pinocchio
sul Naviglio, con oltre 150 libri, prime edizioni e poi fotografie, manoscritti e quadri. E ancora, l’omaggio a un altro grande poeta milanese, in occasione dell’uscita del catalogo monografico e in vista del bicentenario, Carlo Porta in 200 meno 1, proposto da Libreria Antiquaria Pontremoli e Salone; la mostra Obey/disobbedisco! con 40 opere dell’artista americano Shepard Fairey, autore del celebre ritratto-icona di Obama; e inoltre i ritratti fotografici di Pino Settanni; l’impresa fiumana ne «Il porto dell’amore». Rivolta e poesia di Fiume dannunziana; e tra fotografia e cinema I protagonisti della dolce vita a cura di Fondazione 3M sui lavori di Elio Luxardo.
Cinquecentomila titoli
Tre le sezioni più importanti del Salone: Editoria, Libro d’occasione e infine Librai Antiquari di Alai (Associazione Librai Antiquari Italiana) e Ilab (International League of Antiquarian Booksellers), per le edizioni di pregio. All’interno delle sezioni (che si potranno visitare anche con esperti d’antiquariato, in turni di percorsi guidati da prenotare via mail a segreteria@salonedellacultura.it), ciascun espositore proporrà una quantità di titoli, con rarità ed esemplari unici che spesso costituiscono altre piccole mostre.
Tra le chicche, da citare la raccolta di libri rari esposti nello stand Alai e provenienti dalla Biblioteca Centrale di Roma, un estratto della grande mostra che sarà alla Biblioteca di Roma dal giugno di quest’anno, e che verrà presentata al Salone: tra incunaboli e prime edizioni, sarà esposto un manoscritto in pergamena del 1460 della bottega di Vespasiano da Bisticci per Papa Pio II Piccolomini, e un volume «miscellaneo» con due opere di Giordano Bruno e alcune silografie attribuite alla mano dello stesso filosofo, andate in stampa nel 1586. Un’altra esposizione, questa volta con un tema monografico, sarà quella della libreria Muro di Tessa, con una raccolta di 150 testi rari, materiale a stampa e libri tutti sul tema del brigantaggio dell’ottocento.
Qualche altro esempio tra i 500 mila titoli dell’evento milanese. La Libreria Docet di Bologna porterà tra gli altri volumi in fiera La cronaca del mondo del 1493, con le prime raffigurazioni di città, e le 24 tavole di disegni del Guercino con l’incisione in frontespizio di Giovanni Battista Piranesi, andati in stampa nel 1764. Rarissimo anche il manoscritto portato al Salone dallo studio bibliografico Giuseppe Solmi, Il libro dei Re del poeta persiano Abu Al Quasim Firdusi, di cui ricorrono quest’anno i 1.000 anni dalla morte. Tra i classici moderni, il Libraccio esporrà il cosiddetto «pelle verde», cioè un’edizione rara de Il signore degli anelli di J.R.R. Tolkien (Rusconi Editore, 1984) stampata in occasione del milione di copie vendute e realizzata in carta d’india in mille copie, rilegate, appunto, in pelle verde.