Corriere della Sera

«Io e la presidente? Abbiamo parlato di altro»

E sulla Consulta: da una corte di sinistra decisione di sinistra

- Di Marco Cremonesi

«S ì, ho parlato con la presidente del Senato Casellati, ma di lotta all’antisemiti­smo». Il leader della Lega, Matteo Salvini, torna sul voto per il processo sul caso dei migranti soccorsi dalla nave Gregoretti. «Per quanto mi riguarda, io sono tranquilli­ssimo. Soltanto, mi vergogno come italiano» anche perché «è un grande spreco di denaro pubblico».

«Per quanto mi riguarda, io sono tranquilli­ssimo. Soltanto, mi vergogno come italiano». Matteo Salvini sta raggiungen­do Spezzano della Sila, in Calabria, dove terrà uno dei tanti comizi della sua campagna per le Regionali. Ma «la grande vergogna» è il processo per i fatti della Gregoretti su cui lunedì dovrà votare la Giunta delle immunità del Senato, dove è eletto il capo leghista.

Perché la «grande vergogna»? Il Tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l’autorizzaz­ione a procedere e il Senato dovrà esprimersi.

«Ma non vede l’enorme spreco di denaro pubblico? Io questa mattina sono andato a trovare il procurator­e di Catanzaro Nicola Gratteri, con cui ho parlato della giustizia vera, dei sequestri alla criminalit­à e della lotta alla mafia. Il pensare che ci siano magistrati di una decina di tribunali in Italia che hanno tempo e denaro da perdere con me, che ho soltanto fatto il mio dovere, mi preoccupa in quanto italiano».

Non è meglio per lei che si voti subito in Giunta e non in Aula?

«E perché? Se Pd e Cinque Stelle voteranno come dicono, vorrà dire che andrò a processo. Trovino un tribunale grande…».

Lei lo ripete da settimane, ma che cosa intende esattament­e?

«Significa che coinvolger­emo il popolo. Il 90% per cento dei cittadini delle più varie posizioni politiche ha apprezzato il mio sforzo di proteggere i confini italiani».

Il Pd, dopo il voto determinan­te della presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, ha detto che «non è più una carica imparziale dello Stato, ma una donna di parte».

«Ma è un’assurdità. Io credo che la cosa più squallida di questi giorni è la vergogna che provano il Pd e il M5S: vogliono mandarmi a processo ma sanno che è senza senso e dunque vorrebbero farlo dopo le elezioni in Calabria ed Emilia-romagna. E se la prendono con la presidente…».

A proposito: è vero che dopo il convegno sull’antisemiti­smo da lei voluto ha incontrato la presidente Casellati a poche ore dal voto che la riguardava?

«Ho parlato con la presidente prima e dopo il convegno, a cui lei è venuta a portare il suo saluto. Ma abbiamo affrontato esclusivam­ente il tema della lotta all’antisemiti­smo».

Liliana Segre però non è venuta. E la presidente dell’unione delle Comunità ebraiche Noemi Di Segni ha detto che lei deve prendere le distanze dai gruppi di estrema destra.

«I nemici di Israele e degli ebrei sono nemici miei. E al convegno c’erano personalit­à di livello internazio­nale: chi non c’era ha perso un’occasione. Io, voglio proprio vedere cosa voteranno la sinistra e i 5 Stelle sulla nostra richiesta di boicottare le associazio­ni anti israeliane».

La Corte costituzio­nale ha bocciato la richiesta della

 Pensare che ci siano magistrati di una decina di tribunali in Italia che hanno tempo e denaro da perdere con me

Non vede che spreco che c’è?

La cosa più squallida di questi giorni è la vergogna che provano il Pd e il M5S: vogliono mandarmi a processo ma vorrebbero farlo dopo le elezioni

Lega di un referendum per trasformar­e la legge elettorale in un maggiorita­rio puro. Una scelta politica, come già hanno detto alcuni leghisti?

«Una Corte di sinistra ha fatto una scelta di sinistra».

Perché di sinistra?

«Se preferisce, ha fatto una scelta di sistema, anzi per bloccare il sistema. In Parlamento c’è una maggioranz­a di qualche centinaio di eletti che vuole farsi una legge a suo vantaggio, mentre 60 milioni di italiani avrebbero scelto per tutti: ma la Corte ha deciso che scelgano i partiti e non gli italiani».

Se lo aspettava?

«Speravo che essendoci di mezzo il futuro del Paese, sarebbero andati oltre le logiche politiche e partitiche. E invece, ha prevalso l’istinto di conservazi­one. Ma così, si è tolto ai cittadini il diritto di scegliere la legge che vogliono».

Ma il proporzion­ale con sbarrament­o al 5% è per lei del tutto inaccettab­ile?

«Sarebbe un passo indietro di 40 anni. Partiti e partitini che fanno il bello e il cattivo tempo. E adesso loro parlano del 5% ma io già me li vedo in Parlamento a scendere al 4%, al 3%... Perché c’è Renzi, e poi c’è Leu e poi c’è mia nonna… E comunque, se il maggiorita­rio secco gli fa così paura, c’è il Mattarellu­m. Una legge elettorale già pronta e al di sopra di ogni sospetto, dato che non è firmata da un aspirante dittatore ma dall’attuale presidente della Repubblica».

Oggi a Maranello, dopo il suo comizio ci sarà la manifestaz­ione delle Sardine. La novità è che hanno anche chiesto a Giuseppe Conte di riceverle. Cosa ritiene che farà il premier?

«A Maranello noi saremo un mare. E su Conte... Ormai da lui, da Zingaretti e da Renzi mi aspetto di tutto. Certo, se con tutti coloro che protestano — agricoltor­i, pescatori, polizia penitenzia­ria — Conte incontrass­e le Sardine, Palazzo Chigi sarebbe veramente surreale. Sembrerebb­e Sanremo, non la presidenza del Consiglio».

Il proporzion­ale con soglia al 5%? Sarebbe un passo indietro di 40 anni. Partiti e partitini che fanno il bello e il cattivo tempo

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 ??  ?? In Calabria Il leader della Lega Matteo Salvini, 46 anni, ieri durante il comizio elettorale a Riace. Con lui sul palco il sindaco del Comune in provincia di Reggio Calabria Antonio Trifoli, 49
In Calabria Il leader della Lega Matteo Salvini, 46 anni, ieri durante il comizio elettorale a Riace. Con lui sul palco il sindaco del Comune in provincia di Reggio Calabria Antonio Trifoli, 49

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