Corriere della Sera

«Scelta di campo gravissima Da oggi non è più una parte terza»

- Di Maria Teresa Meli

ROMA Senatore Andrea Marcucci il Pd è partito all’attacco della presidente Casellati...

«Il nostro obiettivo non era quello di partire lancia in resta contro Casellati, anzi inizialmen­te abbiamo apprezzato la sua disponibil­ità ad accogliere la richiesta di una parte della maggioranz­a di integrare la Giunta delle immunità per riequilibr­are i numeri, dopodiché è successo quello che è successo».

Cioè?

«Noi abbiamo votato a favore del quesito posto dalle forze di opposizion­e, quello della perentorie­tà del termine dei 30 giorni per far esprimere la Giunta. Ci siamo espressi all’unanimità per la perentorie­tà. Poi loro si sono resi conto di aver fatto male i calcoli e hanno capito che così non raggiungev­ano il loro obiettivo di votare il 20, perché i termini scadevano oggi (ieri per chi legge, ndr). Allora Casellati, per venire incontro al centrodest­ra, mezz’ora dopo che la Giunta si era espressa all’unanimità ha ribaltato la decisione con il suo voto favorevole a un ordine del giorno delle opposizion­i che, accortesi del loro errore, chiedevano una deroga sui tempi. Un fatto senza precedenti nel metodo, nei contenuti e anche nelle conseguenz­e. È chiaro che la terzietà solennemen­te annunciata in Aula dalla presidente del Senato è tale fino a quando non ce n’è bisogno. Infatti nel momento in cui ce n’è stato bisogno Casellati ha fatto una scelta di parte che oggi noi consideria­mo gravissima. Il suo è stato uno strappo alle regole molto preoccupan­te che secondo me pregiudica anche gli equilibri dei lavori futuri».

Voi dite che è avvenuta una votazione illegittim­a,

ma in realtà il regolament­o non vieta alla presidente di votare.

«In ordine teorico certo che può votare ma per prassi il presidente del Senato non vota proprio per garantire la sua terzietà. Lei ha gettato la maschera, ne prendiamo atto: a questo punto la consideria­mo non una parte terza ma una contropart­e politica. Quello che è avvenuto è quasi più grave del sequestro della Gregoretti da parte di Salvini».

Senatore non è forse vero che voi non volete che Salvini venga condannato dalla Giunta il 20 per evitare che si trasformi in vittima in questo ultimo scorcio di campagna elettorale?

«Ma no. A parte il fatto che non è una condanna perché la Giunta non emette condanne. Peraltro sono stati Lega, Forza Italia e Fratelli d’italia a chiedere che i termini scadessero oggi. E abbiamo votato all’unanimità. Un voto che trenta minuti dopo la presidente del Senato ha contraddet­to. Questo è il vero punto, il resto sono chiacchier­e».

Lunedì potreste disertare la seduta della Giunta?

«Ora valuteremo. Dobbiamo esaminare la situazione insieme agli altri partiti della maggioranz­a. Ma persino questo è un fatto poco rilevante di fronte allo strappo alle

Lo strappo È un fatto senza precedenti nel metodo, nei contenuti e anche nelle conseguenz­e

regole fatto da Casellati, che si è piegata completame­nte alle esigenze di una parte politica. È un tema molto delicato. E questo non ci mette affatto tranquilli sul futuro dell’andamento dei lavori del Senato: potrebbero esserci altri strappi».

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Andrea Marcucci, 54 anni, senatore, capogruppo del Partito democratic­o a Palazzo Madama
Dem Andrea Marcucci, 54 anni, senatore, capogruppo del Partito democratic­o a Palazzo Madama

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