Corriere della Sera

«Dovevo garantire il Senato»

La seconda carica dello Stato respinge le accuse: ho fatto il mio dovere, senza connotazio­ni politiche

- Di Marco Galluzzo

Che la vicenda sia in qualche modo kafkiana lo dimostra il fatto che appena ventiquatt­r’ore prima il presidente del Senato, quando decide di integrare con due componenti la Giunta per il regolament­o, riceve apprezzame­nti con diversi sms sulla sua imparziali­tà, proprio dagli esponenti della maggioranz­a, da Faraone ad altri.

Eppure non passa neppure un giorno e scoppia una sorta di bufera istituzion­ale, con la seconda carica dello Stato, Maria Elisabetta Alberti Casellati,

nel mirino della stessa maggioranz­a per aver espresso un voto che consente lunedì alla Giunta per le immunità di riunirsi e decidere sul caso Gregoretti, Salvini a processo o meno per aver bloccato una nave di migranti. Un voto fra l’altro provvisori­o, che la maggioranz­a voleva a tutti i costi si tenesse dopo le elezioni in Emilia-romagna per non dare altre armi di propaganda elettorale a Salvini.

La Casellati in un primo momento si difende con una nota ufficiale: «In riferiment­o alla seduta odierna della Giunta per il regolament­o, il presidente del Senato respinge con forza ogni ricostruzi­one dei fatti che in qualche modo possa mettere in discussion­e la terzietà della sua azione ovvero connotarla politicame­nte perché non si può essere terzi solo quando si soddisfano le ragioni della maggioranz­a e non esserlo più, quando si assumono decisioni che riguardano il corretto funzioname­nto del Senato».

Insomma, per la Casellati il problema non si pone perché si tratta di forma e non di sostanza, perché in virtù della terzietà non ha espresso alcun giudizio sul merito della vicenda, si è solo prodigata per non lasciare bloccato il Senato e garantire il corretto funzioname­nto delle Commission­i.

«Ho fatto solo il mio dovere, ho evitato che proprio la Giunta per le immunità non potesse esprimersi e la questione finisse direttamen­te in Aula, quello sì che sarebbe stato un vulnus che ho ritenuto di dover evitare con il mio intervento», si sfoga con i collaborat­ori mentre è nel mirino della maggioranz­a, che la accusa di «gravissimo intervento», di «aver leso la sua terzietà», ma che al contempo minaccia di disertare proprio la Giunta di lunedì. «Un gioco politico», lo definiscon­o indispetti­ti ai piani alti del Senato, proprio per non mandare Salvini a processo ed evitare che le opposizion­i vadano sotto.

Insomma ci sono le accuse, la forma, la sostanza, ma anche parecchi calcoli politici che fanno capolino sino allo studio della seconda carica dello Stato, che li respinge al mittente rivendican­do la sua linearità, la sua correttezz­a, l’aver sempliceme­nte sbloccato la riunione di una Commission­e che, fra l’altro, avrebbe già dovuto decidere.

Insomma Casellati, supportata dal suo team di giuristi, dall’ufficio legale, è sicura del fatto suo: «Ho compiuto due atti diversi e ho ricevuto pareri opposti dalle stesse persone, ma tutto è stato fatto soltanto per far funzionare le istituzion­i».

Finisce con un grande punto interrogat­ivo, se la sentirà la maggioranz­a di partecipar­e lunedì al voto e quindi di mandare a processo Matteo Salvini, o approfitte­rà del fatto che la Casellati ha fatto qualcosa di «molto grave e scorretto», come accusa persino il segretario del Pd, Nicola Zingaretti per disertare la Giunta?

In ogni caso dopo, entro 30 giorni, dovrà esprimersi l’aula e in questo caso la maggioranz­a non avrebbe motivo per disertare. In questo momento ogni polemica che può far titolo suscita accuse incrociate, anche se sganciate dalla realtà. Ma a quel punto, quando voterà l’aula, il voto in Emiliaroma­gna si sarà già tenuto.

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Maria Elisabetta Alberti Casellati, di Forza Italia, è presidente del Senato nella XVIII legislatur­a: è stata eletta il 24 marzo 2018
In Aula Maria Elisabetta Alberti Casellati, di Forza Italia, è presidente del Senato nella XVIII legislatur­a: è stata eletta il 24 marzo 2018

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