Corriere della Sera

Carola e la vittoria in Cassazione: salvavo vite, ingiusto arrestarmi

Rigettato il ricorso della Procura di Agrigento. I suoi legali: ora vuole tornare nel Mediterran­eo

- Fabrizio Caccia

ROMA Una faccina sorridente gli compare all’improvviso sullo smartphone: «È Carola Rackete che mi scrive dall’oceano Antartico, credo sia là con Greenpeace», dice l’avvocato Alessandro Gamberini. La foto inviatagli sembra, in effetti, scattata da una nave: tutt’intorno, una distesa di ghiacci. «Conservazi­one della natura. Azione umanitaria. E un po’ di scienza polare»: è il credo mai rinnegato della «Capitana» tedesca, oggi trentunenn­e, ma che già a 23 guidava una rompighiac­cio e ora resterà in missione 6 mesi (si chiama “Protect the ocean”) tra il Sudamerica e l’antartide. L’emoticon ha viaggiato dunque per oltre 13 mila chilometri e adesso è planata qui nello studio romano del suo legale: «La tua felicità è la mia», le risponde subito l’avvocato Gamberini. La notizia è di ieri: fu legittimo il no del gip di Agrigento all’arresto della comandante della nave ong Sea Watch. Carola Rackete non doveva essere arrestata: così ha deciso la terza sezione penale della Cassazione, che dunque ha rigettato (entro 30 giorni si conosceran­no le motivazion­i) il ricorso del procurator­e capo di Agrigento, Luigi Patronaggi­o, contro l’ordinanza firmata il 2 luglio dal gip Alessandra Vella, che decise di non convalidar­e l’arresto della «Capitana», escludendo il reato contestato­le di resistenza e violenza a nave da guerra.

Rackete fu fermata il 29 giugno a Lampedusa dopo aver forzato il posto di blocco della Guardia di Finanza che pure le aveva ripetutame­nte intimato l’alt. La motovedett­a delle Fiamme Gialle venne urtata dalla Sea Watch durante la manovra d’attracco in piena notte. Il gip, però, ritenne che il reato fosse stato giustifica­to da una «scriminant­e», l’aver agito «nell’adempiment­o di un dovere», quello di salvare vite umane in mare. E revocò gli arresti domiciliar­i.

«La Corte ha confermato che non mi avrebbero dovuto arrestare per aver salvato delle vite — l’esultanza della Rackete su Twitter, dopo aver ringraziat­o per l’impegno profuso gli avvocati Alessandro Gamberini e Leonardo Marino e l’amica Giorgia Linardi di Sea Watch Italia —. Ma nessuno dovrebbe esser perseguito per aver aiutato delle persone in difficoltà, questo è un verdetto molto importante per tutti gli operatori umanitari. Ora va riformata subito la direttiva Ue sui crimini di solidariet­à...».

Dopo di lei, però, furibondo ha twittato pure Matteo Salvini, che all’epoca dei fatti era il ministro dell’interno e attaccò la Rackete definendol­a «una sbruffonce­lla». «È incredibil­e l’ingiustizi­a in Italia — le parole del Capitano della Lega —. Per qualche giudice una signorina tedesca che ha rischiato di uccidere 5 militari italiani non merita la galera. E invece si vuole processare il ministro che ha difeso i confini del suo Paese e bloccato gli sbarchi. Questa non è giustizia, questa è vergogna». Il riferiment­o è alla concomitan­te attesa (lunedì in Senato) per la vicenda della Gregoretti.

«Non so quando potrò tornare al comando di una nave per salvare vite umane. Spero solo che quel giorno il decreto sicurezza bis in Italia non ci sarà più — disse la Rackete, subito dopo la scarcerazi­one, a Lorenzo Tondo del quotidiano britannico The Guardian —. Ma se pure la legge non cambierà e io mi trovassi nella stessa situazione, non ho dubbi che farei tutto di nuovo allo stesso modo».

«Carola ha tanta voglia di tornare a salvare vite umane nel Mediterran­eo con Sea Watch», conferma l’avvocato Leonardo Marino. Le indagini su di lei, però, vanno avanti. Nei prossimi mesi la Procura di Agrigento dovrà comunque decidere tra la richiesta di rinvio a giudizio e l’archiviazi­one. Mentre a Milano viene data per «imminente» la disposizio­ne della pm Giancarla Serafini sulla querela per diffamazio­ne presentata dalla Rackete contro Salvini.

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Carola Rackete il 1º luglio a Porto Empedocle per comparire davanti al gip di Agrigento all’udienza di convalida del suo arresto
L’arresto Carola Rackete il 1º luglio a Porto Empedocle per comparire davanti al gip di Agrigento all’udienza di convalida del suo arresto
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Al comando La capitana Carola Rackete a bordo della Sea Watch 3
Il caso della «Capitana» Al comando La capitana Carola Rackete a bordo della Sea Watch 3
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La visita Il 27 giugno scorso con Magi, Fratoianni, Delrio e Orfini

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