Mai così pochi nati da settant’anni La Cina cresce, ma invecchia troppo
Pil su del 6,1. Ma rischia di diventare una società «anziana» prima di essere davvero ricca
quello. Le nascite, dopo un piccolo boom nel 2016, sono in declino da tre anni consecutivi. Le motivazioni sociali indicate dagli esperti di Pechino sono simili a quelle delle società occidentali: molte giovani lavorano e vedono matrimonio e maternità come un ostacolo alla carriera; esodo dalle campagne che erano il grande bacino di figli (braccia per la terra e sicurezza di sostegno per i genitori quando fossero invecchiati); costo di case e istruzione in continua ascesa.
A Pechino si pensa di nuovo al dirigismo, anche nelle scelte personali delle donne, all’imposizione per sanare il problema. Qualche dotto demografo e alcuni politici di provincia hanno proposto di imporre due figli per legge. Altri, considerando che è sempre in vigore il divieto di avere più di due figli a coppia sposata, hanno proposto di abolire le sanzioni amministrative. La schizofrenia del sistema di controllo infatti prevede ancora multe e anche la perdita del lavoro per i dipendenti pubblici che infrangono il limite dei due bambini (80 milioni di cinesi lavorano per il governo o per aziende statali e potrebbero dare due figli alla patria).
Di questo, il direttore del Bureau statistico nazionale Ning Jizhe ieri non ha parlato. Il calo delle nascite verrà arginato, ha assicurato Ning e si è dedicato ad altri dati macroeconomici cruciali. Nel 2019 il Pil cinese è cresciuto del 6,1%, scendendo ancora rispetto al 6,6% del 2018. È il tasso di espansione più basso dal 1990. Ma l’obiettivo fissato dal Partito-stato era «tra il 6 e il 6,5» e dunque anche quest’anno il dogma dell’infallibilità ha retto, nonostante l’impatto della guerra dei dazi con gli Stati Uniti, giunta ora a una tregua firmata mercoledì a Washington. E la produzione industriale è aumentata del 6,9% a dicembre, rispetto allo stesso mese del 2018. Conforto per le Borse mondiali.
Il Prodotto interno lordo cinese è arrivato a 99,09 trilioni di yuan, equivalenti a 14.400 miliardi di dollari. Vale all’incirca quanto quelli di Giappone, Germania, Gran Bretagna e Francia sommati. Una superpotenza. Che potrebbe invecchiare prima di arricchirsi.
Il traguardo
Per la prima volta è stata superata la soglia dei 10 mila dollari di reddito pro capite