Via libera alla pistola taser per tutte le forze dell’ordine
Usata già 30 volte nella sperimentazione in 12 città. Salvini: era ora. Divisi i sindacati
Dal 5 settembre 2018 — l’inizio della sperimentazione — polizia, carabinieri e Guardia di Finanza l’hanno utilizzato 89 volte, trenta delle quali con procedura completa: lancio dei dardi e scarica elettrica sul soggetto da immobilizzare. In tutte le altre occasioni si è trattato invece di una semplice estrazione dell’arma dalla fondina o di un warning arc, avvertimento che viene dato puntando la pistola a impulsi elettrici e mostrando solo gli elettrodi in funzione — che friggono — accompagnati dai sensori laser (i puntini rossi) già sul bersaglio. Un deterrente per costringere un malintenzionato a fermarsi prima di essere colpito dai dardi. Interventi limitati, dunque, nelle dodici città scelte per il test, che adesso potrebbero aumentare dopo che il Consiglio dei ministri, su proposta del premier Giuseppe Conte e della responsabile del Viminale Luciana Lamorgese, ha dato il via libera a dotare le forze dell’ordine del taser.
Palazzo Chigi ha approvato in via preliminare un decreto di due articoli che modifica quello del Presidente della Repubblica del 5 ottobre 1991 numero 359 che specifica l’armamento in dotazione all’amministrazione della pubblica sicurezza e della polizia di Stato, dividendolo in due tipologie, armi ordinarie e speciali. Dopo un passaggio al Consiglio di Stato per un parere, il testo tornerà in Cdm per l’approvazione definitiva. Ma non è finita: bisognerà indire una gara e quindi attendere la fornitura e la distribuzione dell’arma, ancora da scegliere. In particolare, oltre all’articolo 1, viene modificato l’articolo 8 del regolamento per includere l’arma a impulsi elettrici, per ora modello X2, sperimentato fino al marzo scorso, fra quelle in dotazione ad agenti e militari.
«Il suo impiego — viene sottolineato dal Dipartimento di Ps — dovrà sempre avvenire nel rispetto delle necessarie cautele per la salute e l’incolumità pubblica, e secondo i principi di precauzione condivisi con il ministero della
Salute, risultanti dalle linee guida per l’utilizzo approvate prima della sperimentazione e redatte da un tavolo interforze». Fra i test preliminari prove balistiche e di precisione, nonché «di compatibilità elettromagnetica — aggiungono dal Viminale —, di conformità e resistenza alle scariche elettriche a cura dell’enea». Esulta il leader leghista ed ex ministro dell’interno Matteo Salvini, che aveva presentato in persona il taser l’estate scorsa alla Scuola ispettori di Nettuno: «Ora mi aspetto tempi rapidi per dare uno strumento in più alle forze dell’ordine, compresa la Penitenziaria».
Non tutti i sindacati della polizia, tuttavia, manifestano lo stesso entusiasmo. Per il segretario del Silp Cgil Daniele Tissone «bene tutto ciò che consente di evitare l’uso della forza, ma servono un parere vincolante del ministero della Salute e un protocollo operativo che dica con chiarezza come e quando usare la pistola elettrica, in quali circostanze. Nessuno può garantire che non ci siano conseguenze per l’operatore di polizia se dovessero verificarsi lesioni gravi o mortali a causa dell’utilizzo della pistola elettrica». «Un risultato atteso da tempo», lo considera invece il segretario del Siulp Felice Romano, che auspica: «Speriamo che non ci vogliano dieci anni per distribuirlo». Dello stesso parere Stefano Paoloni del Sap, mentre Domenico Pianese, segretario generale del Coisp, spiega che «i limiti troppo stringenti per l’uso del taser rischiano di trasformare questa novità in un boomerang per gli agenti: visto il regolamento che disciplina l’impiego dell’arma, allora è meglio che non venga data».
I critici
«Ora è necessario un protocollo che stabilisca chiaramente le regole di ingaggio»