Corriere della Sera

I controlli sulle case della Difesa Già scovati 1.900 inquilini abusivi

- Fsarzanini@corriere.it

La vicenda

● La Procura di Roma ha aperto un’indagine sull’assegnazio­ne di 3.600 alloggi di servizio dell’esercito. Al momento il fascicolo porta la dicitura «modello 45», ovvero senza indagati e ipotesi di reato

● L’indagine nasce da una relazione dello Stato Maggiore. Al centro del dossier eventuali falsi o abusi messi in atto da chi occupa gli alloggi di servizio e le irregolari­tà messe in atto da chi era chiamato a controllar­e la corretta attuazione dell’iter di assegnazio­ne

● Lo screening dello Stato Maggiore riguarda 16.500 immobili. Secondo la mappatura effettuata sarebbero molti gli inquilini che occupano senza titolo gli appartamen­ti. Il ministero della Difesa ha già invitato gli occupanti a lasciare le abitazioni. I pm dovranno analizzare caso per caso

U n appartamen­to nel cuore di Trastevere costa circa 800 euro, poco di più se ci si sposta nel quartiere Prati una delle zone più prestigios­e di Roma. Si concentran­o sui canoni di affitto, ma soprattutt­o sui requisiti degli occupanti, le verifiche avviate sugli alloggi del ministero della Difesa.

I controlli già effettuati dallo Stato Maggiore hanno consentito di scoprire che su 3.600 inquilini, ben 1.900 sono certamente «abusivi» mentre sugli altri si stanno ultimando le ispezioni. Di questi 1.700, molti sono inseriti nelle «fasce protette» dunque avrebbero titolo per rimanere, ma si dovrà comunque accertare che abbiano tuttora i requisiti. L’inchiesta della Procura di Roma è ancora contro ignoti, ma gli elenchi degli inquilini sono già stati acquisiti e per chi risulterà irregolare il rischio è una denuncia per falso, mentre eventuali reati compiuti dai responsabi­li della gestione del patrimonio immobiliar­e saranno valutati dalla Procura ordinaria, ma anche da quella militare.

Il censimento

Il primo censimento ha infatti fatto emergere casi di parenti che hanno ereditato il contratto al decesso del titolare senza comunicarl­o e addirittur­a ufficiali trasferiti che hanno lasciato l’alloggio a mogli e figli. La maggior parte vive a Roma, ma secondo calcoli ancora provvisori effettuati dallo Stato Maggiore anche al Nord e al Sud ci sarebbero centinaia di pratiche «sospette». Tanto che adesso si sta valutando l’ipotesi di approvare un decreto per mettere ordine su migliaia di immobili a disposizio­ne e sulle caserme che risultano inutilizza­te. Anche tenendo conto che ci sono almeno 5.000 appartamen­ti vuoti perché mancano i soldi per manutenzio­ne e ristruttur­azione. Ma i comitati degli inquilini «senza titolo» sono già pronti a reagire: «Basta con questa storia degli abusivi, sono falsità».

La vicenda

La denuncia

Fino allo scorso agosto sono stati i sottosegre­tari del governo gialloverd­e Angelo Tofalo (M5S) e Raffaele Volpi (Lega) ad occuparsi della mappatura. Un lavoro effettuato grazie al contributo dello Stato Maggiore che al termine delle prime verifiche ha inviato la relazione in Procura. Il dossier evidenzia come l’occupazion­e delle case si concentri soprattutt­o nelle zone di pregio di Roma, ma anche Milano, Firenze e Napoli. E soprattutt­o i danni causati a chi non riesce ad ottenere l’assegnazio­ne proprio perché non vengono liberati gli appartamen­ti.

Una battaglia condotta dai sindacati che anche ieri hanno evidenziat­o come «la problemati­ca assume un rilievo sociale visto che migliaia di militari, specialmen­te quelli con carico di famiglia, sono costretti al pendolaris­mo, uno stile di vita sacrifican­te ma necessario a garantire la loro presenza presso le famiglie».

Il decreto

Il titolare della Difesa Lorenzo Guerini ha deciso di portare in Consiglio dei ministri un decreto — che viene esaminato in queste settimane con le commission­i Difesa di Camera e Senato — proprio per «mettere a reddito il patrimonio oppure dismettere quello che rappresent­a soltanto un onere».

Linea condivisa dal sottosegre­tario Tofalo che ieri ha ribadito: «Le categorie degli alloggi vanno suddivise in due

La Procura Acquisiti gli elenchi: chi risulta irregolare ora rischia una denuncia per falso

gruppi: uno legato alla funzione svolta, che fa decadere il diritto una volta venuta meno l’esigenza operativa dell’occupante, e l’altro legato alla situazione economica, che può rappresent­are un supporto per chi, dovendo prestare servizio in città caratteriz­zate da un costo della vita troppo alto o ritrovando­si in una situazione temporanea di difficoltà economica, ha bisogno del supporto della Difesa».

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● Elisabetta Trenta (foto), 52 anni, è stata ministra della Difesa del primo governo Conte, dal 1° giugno del 2018 al 5 settembre del 2019, seconda donna a ricoprire questo incarico

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