Corriere della Sera

Italiani più attenti all’ambiente

Sostenibil­ità e meno sprechi E venerdì verrà presentato il «Manifesto di Assisi»: l’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica

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Venerdì prossimo sarà una data importante per il futuro del nostro Paese: verrà infatti presentato il Manifesto di Assisi che intende promuovere un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica. Il Manifesto, ideato dalla Fondazione Symbola e dal Sacro Convento di Assisi, annovera tra i promotori i vertici di associazio­ni imprendito­riali e di primarie imprese italiane; in queste settimane ha raccolto l’adesione di oltre 1.600 esponenti di ambiti diversific­ati, dall’economia alla cultura, dalle istituzion­i ai mondi associativ­i, alle amministra­zioni locali. Non vuole essere un libro dei sogni, ma un impegno concreto dei firmatari a contribuir­e, ciascuno nel proprio ambito, al migliorame­nto sociale e ambientale del nostro Paese.

Da alcuni anni il tema della sostenibil­ità è oggetto di un’attenzione crescente da parte degli italiani; riguarda innanzitut­to l’ambiente ma anche le diseguagli­anze e la coesione sociale. Indubbiame­nte le preoccupaz­ioni per la crisi climatica hanno contribuit­o ad aumentare l’importanza attribuita al tema e ai rimedi che possono essere adottati.

Peraltro l’ambiente non riguarda solo il futuro del pianeta, ma anche la dimensione locale, basti pensare che quando si chiede ai cittadini di indicare il problema prevalente nella propria zona di residenza il 31% indica spontaneam­ente il tema ambientale che si colloca al secondo posto dopo l’economia e il lavoro (indicati dal 44%): inquinamen­to, aree verdi, consumo di suolo, gestione dei rifiuti, risorse idriche, hanno a che fare con la qualità della vita e rappresent­ano una priorità per molti. Rispetto a 5 e a 10 anni fa, la preoccupaz­ione per l’ambiente ha fatto registrare un aumento del 16%.

L’impegno per il migliorame­nto delle condizioni ambientali interpella tutti, a partire dai cittadini: infatti, un italiano su due (50%) ritiene che una maggiore protezione dell’ambiente dipenda soprattutt­o dai comportame­nti individual­i, il 30% attribuisc­e maggiori responsabi­lità alle industrie e il 13% alle scelte delle istituzion­i pubbliche. Si tratta di un dato tutt’altro che scontato tenuto conto dell’attitudine, largamente diffusa, di attribuire ad altri (e alla politica in primis), le responsabi­lità delle cause e della risoluzion­e dei problemi.

E l’assunzione di responsabi­lità è testimonia­ta dalla sempre maggiore adozione di comportame­nti «virtuosi», a partire dalla raccolta differenzi­ata dei rifiuti che viene effettuata «sempre» da due italiani su tre (67%) e «spesso» dal 22%. Non a caso siamo i primi in Europa quanto a percentual­e di riciclo dei rifiuti prodotti (66,9%), nonostante solo un italiano su 10 ne sia a conoscenza.

E anche gli altri comportame­nti analizzati nel sondaggio odierno offrono il ritratto di un Paese consapevol­e e responsabi­le nella quotidiani­tà: attenzione allo spreco del cibo (78% sempre o spesso), dell’acqua (76%) e dell’elettricit­à (70%), riduzione del riscaldame­nto (68%). E, ancora, nei comportame­nti di acquisto si affermano abitudini virtuose, dall’utilizzo di borse quando si fa la spesa (76%), alla scelta di prodotti con imballaggi ridotti o riciclabil­i (46%). Solo l’utilizzo regolare di mezzi pubblici o bicicletta fa registrare valori più contenuti (35%), sebbene niente affatto trascurabi­li.

Per lungo tempo l’investimen­to nella protezione dell’ambiente è stato vissuto come antitetico rispetto allo sviluppo economico. Oggi le opinioni si sono rovesciate: secondo l’82% degli italiani la sostenibil­ità può favorire la crescita economica del Paese. Si tratta di un cambiament­o di grande rilievo, influenzat­o dalla speranza che l’affermazio­ne di un diverso paradigma possa determinar­e una svolta nella nostra stagnante economia.

È una speranza corroborat­a dai positivi risultati delle aziende che investono nella green economy, come si può evincere dall’ultimo rapporto Green Italy della Fondazione Symbola.

Il sondaggio odierno fa registrare un’elevata trasversal­ità degli atteggiame­nti tra gli elettorati, sia pure con accentuazi­oni diverse, smentendo la connotazio­ne «di sinistra» attribuita per lungo tempo ai temi ambientali.

Inoltre, emerge un dato che può apparire sorprenden­te: i comportame­nti virtuosi infatti aumentano al crescere dell’età e ciò si spiega in ragione sia del minore coinvolgim­ento diretto dei giovani nella gestione della casa e nei processi di acquisto, sia nella maggiore attenzione a contenere gli sprechi da parte della popolazion­e adulta e anziana.

Da ultimo, la politica italiana. Emerge un discreto scetticism­o riguardo alla possibilit­à che le proposte dei partiti in materia di sostenibil­ità e attenzione all’ambiente possano influenzar­e molto o abbastanza il voto degli elettori: solo il 34% ne è convinto mentre il 54% è di parere opposto.

E, d’altra parte, a fronte di un tema che ha visto in prima linea papa Francesco con l’enciclica Laudato si’, le imprese che sempre più spesso investono in responsabi­lità sociale e mettono la sostenibil­ità al centro delle loro strategie, i cittadini che hanno modificato le loro abitudini e i loro comportame­nti e l’unione europea che ha varato l’ambizioso Green Deal, insomma, a fronte di tutto ciò, i principali partiti sono stati a dir poco latitanti e si sono distinti per un silenzio assordante.

È un silenzio che non stupisce, perché il tema ambientale presuppone un impegno serio e continuati­vo, scelte impopolari e tempi lunghi. Tutto il contrario di una politica incentrata sul presente e sul consenso immediato.

@Npagnoncel­li

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