Corriere della Sera

CRIMINI DEL NAZISMO, LA MEMORIA È COLLETTIVA O PER LINEE GEOGRAFICH­E?

- Di Paolo Valentino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dovrebbe essere un altro, importante tassello dell’eterna Vergangenh­eitsbewält­igung, i conti con i crimini nazisti che la Germania, sia detto a onor suo, non smette mai di fare. Un memoriale nel cuore di Berlino per ricordare le vittime polacche del terrore hitleriano. Proposto da un gruppo trasversal­e di deputati al Bundestag, sostenuto dal presidente del Parlamento Wolfgang Schaeuble, il progetto ha ricevuto anche l’appoggio, a nome del governo, del ministro degli Esteri Heiko Maas. Lo scorso agosto nella capitale polacca, in occasione dei 75 anni dell’insurrezio­ne di Varsavia, Maas ha ammesso che questo tragico capitolo della Seconda Guerra Mondiale non ha il posto che merita nella memoria dei tedeschi. Ha destato quindi sorpresa l’uscita del presidente della Fondazione per il Memoriale dell’olocausto, Wolfgang Benz, che in una lettera aperta a Schaeuble si è dichiarato fortemente contrario al nuovo monumento. Colpisce e fa discutere soprattutt­o la motivazion­e del leader ebraico, secondo il quale il memoriale per le vittime polacche comporta «il pericolo di una nazionaliz­zazione del ricordo». La controprov­a, secondo Benz, è che già anche dall’ucraina giunga la richiesta ai tedeschi di costruirne uno per le vittime ucraine del nazismo. In alternativ­a Benz propone invece di realizzare un centro di documentaz­ione su tutti i crimini dell’occupazion­e tedesca in Europa tra il 1939 e il 1945, legato alla Fondazione per il Memoriale dell’olocausto. Schaeuble difende l’iniziativa, guardando «all’importanza dei rapporti con la Polonia». Ma il punto aperto da Wolfgang Benz è innegabile: la memoria dei crimini del nazismo è collettiva o si divide per linee geografich­e?

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