«Ricordo di Ferruccio Parri, leader della Resistenza»
Dubito che in questi giorni sarà ricordata la figura di Ferruccio Parri, politico rigoroso e dalla moralità limpida nato il 19 gennaio 1890, 130 anni fa, a Pinerolo. Cultore di Mazzini e della tradizione risorgimentale, ufficiale di stato maggiore nella Prima guerra mondiale, organizzatore con Carlo Rosselli della fuga di Filippo Turati dal confino, fondatore del Partito d’azione e leader della Resistenza contro l’occupazione tedesca, Ferruccio Parri, da primo presidente del Consiglio dell’italia liberata (giugno-novembre 1945) aveva portato al potere la sua esperienza dolorosa nella guerra di Liberazione, i valori dei resistenti e il sacrificio dei caduti. In maniera coerente con il suo «doverismo», Parri concepiva la politica come moralità, esperienza altamente formativa e educativa imprescindibile per il rinnovamento della nazione. Ciò lo rendeva destinato al ruolo di vittima sacrificale degli esponenti dei partiti rinati dopo la sconfitta del fascismo, attenti a interpretare le esigenze di strati profondi della collettività, ma non altrettanto sensibili a scrollarsi di dosso certe inclinazioni totalitarie e ancorati a vecchie contese, a vecchi pregiudizi, a politiche compromissorie e trasformistiche. Uscì di scena con la dignità del giusto che si era battuto per il bene della nazione e contro un’idea della politica intesa come mediazione degli interessi dei ceti sociali privilegiati. Quanta preveggenza!
Ogni sabato pubblichiamo il ricordo di una persona che ci ha lasciato