Le stampe tartan di Greta
L’ecologismo è la parola chiave anche a Pitti Bimbo I tessuti a quadrettoni fra le tendenze più forti
Cool kids saving hot planet, Time is running out: si apre con un festoso e colorato corteo in stile ambientalista, la prima sfilata di questo 90esimo Pitti Bimbo, il salone internazionale del childrenswear (543 marchi di cui 356 provenienti dall’estero) in chiusura stasera alla Fortezza da Basso di Firenze, che manda in passerella quattro brand spagnoli (Abel & Lula, Boboli, Mayoral e Tuc Tuc) dove la moda diventa portavoce dei più piccoli. Un percorso che continua con il Kit nascita di Petit Bateau interamente in cotone organico, legato alla possibilità di piantare, per ogni acquisto, un albero a distanza sulla piattaforma «Treedom». E prosegue nelle capsule di Alberta Ferretti con maxi scritte inneggianti all’amore per gli animali e nel progetto di Angelo Figus: una selezione di 50 nuove fibre green, da quella estratta dal fiore di loto, alla bio Alpaca, all’ortica «perché ormai siamo pronti – assicura lo stilista - a passare dalla poesia all’azione con filati realmente disponibili, acquistabili e producibili».
Per la prima volta a Pitti anche United Colors of Benetton, la nuova collezione kids disegnata da Jeancharles de Castelbajac che tra tessuti tartan, capi mimetici, a stelle, a righe o visitati dai Peanuts, ritrova un’identità forte, accompagnata da un desiderio di autonomia e libertà, come spiega lo stesso designer: «Stiamo assistendo alla fine della dittatura genitoriale sul modo di vestirsi: il bambino vuole scegliere cosa mettersi, perché vive e vede il mondo, attraverso le nuove tecnologie». E se lo sforzo di garantire filiere sostenibili nell’abbigliamento bimbo è trasversale a tutti i brand, le tendenze per il prossimo autunno inverno disegnano una bimba romantica e rock, come quella di Monnalisa che indossa eco pellicce animalier e minibomber in laminato argento o la piccola Scervino con gonna in tulle e felpe colme di strass, e ricami.
Il «Mini me» (mamma e bimba, papà e figlio vestiti uguali) è ormai acquisito conquistando persino il neonato di Emporio Armani. Dolce & Gabbana lo ambienta con broccati e stampe floreali tra carretti siciliani e mascotte mentre da Twinset la maglieria si mescola ai tessuti più tecnici dei piumini e dei maxi pantaloni in vinile alternati al jersey in lurex. La Galette fa invece il suo esordio a Pitti con scamiciati e abitini eleganti in neoprene tagliato al laser e grintosi dettagli pop.
Come per l’uomo, anche nel bimbo è evidente il ritorno al formale ma sempre nel perimetro della «comfort zone» di vestibilità e tessuti innovativi: da Antony Morato l’abito con giacca monopetto si butta in lavatrice e non si stira mentre il completo di Fay junior è acceso da una stampa check blu navy e azzurro da portare sopra la classica camicia oxford e il gilet tricot con bordi a contrasto. Monnalisa rilancia le sue linee boy facendo sfilare un mini tuxedo di taglio sartoriale, con collo a scialle e dettagli in raso lucido. Ovunque cappottini o montgomery mentre da Herno i piumini sono segnati dal monogram «H» arricchito da un ricciolo che scorre proprio come un fiume.