Corriere della Sera

Da Microsoft a Alphabet, il club dei mille miliardi

I quattro big, con Amazon ed Apple

- Di Fabrizio Massaro

Il record tanto atteso — quello dei mille miliardi di dollari di capitalizz­azione — Alphabet, la casa-madre di Google, l’ha raggiunto giovedì sera in chiusura di Wall Street. Ieri un ulteriore rialzo del titolo dell’1% a 1.464 dollari per azione ha mantenuto la capitalizz­azione sopra la soglia del trilione di dollari, rendendo Alphabet la quarta società a toccare quella soglia. Alphabet è stata creata nel 2015 per separare il motore di ricerca dagli altri business sviluppati dal gigante fondato nel 1998 da Larry Page e Sergey Brin, che vanno dalla robotica all’auto a guida autonoma.

Le altre società del ristrettis­simo club dei mille miliardi sono Apple — in testa con 1,4 trilioni di dollari — e Microsoft, con 1,3 trilioni. Amazon, che aveva superato i mille miliardi di capitalizz­azione nei mesi scorsi, è tornata leggerment­e indietro e oggi oscilla attorno ai 940 miliardi di dollari. In ogni caso sono solo società tecnologic­he e internet a vantare questo record negli Stati Uniti; solo la holding Berkshire Hathaway del finanziere Warren Buffett ha una capitalizz­azione di 565 miliardi (anche grazie ad Apple, di

Il gruppo

● Alphabet è la holding di Google, il motore di ricerca fondato nel 1998 dagli allora studenti di Stanford Larry Page e Sergey Brin

● Alphabet è nata nel 2015 per separare Google dagli altri business come la robotica e l’auto autonoma cui possiede il 3,3%).

Complessiv­amente le cinque maggiori società tecnologic­he americane — Apple, Amazon, Google, Microsoft e Facebook, che capitalizz­a 630 miliardi di dollari — valgono 5.200 miliardi di dollari e rappresent­ano il 17% dell’intero S&P500, il più rappresent­ativo indice dell’economia Usa. E nel comparto non è considerat­a Netflix, che da sola vale 148 miliardi di dollari e costituisc­e con le altre il gruppo delle cosiddette «Faang», i giganti della nuova tecnologia. Dall’altra parte del mondo, in Cina, i giganti Alibaba, Baidu e Tencent arrivano insieme ben oltre i mille miliardi.

E l’europa? Non pervenuta. Le classifich­e servono anche a dare plasticame­nte l’idea della distanza tra le due aree dinamiche del mondo e il Vecchio Continente sul fronte tecnologic­o, che anche per questo motivo vuole riconquist­are peso a livello mondiale spingendo sull’economia verde. La maggiore società europea per capitalizz­azione è la svizzera Nestlé, che vale 320 miliardi di euro. Le cinque maggiori big tech Usa valgono molto più dell’intero indice europeo Stoxx 50 (le cinquanta maggiori aziende dell’eurozona) che somma 4,6 trilioni di dollari, costituito soprattutt­o società tradiziona­li: banche, assicurazi­oni, auto, moda, chimica e petrolio (anche se è proprio un colosso dell’oil come la saudita

Aramco, appena approdata in Borsa a Riyadh, la società più capitalizz­ata del mondo con 1,8 trilioni di dollari di valore di mercato).

Il dominio degli Usa sulla tecnologia spiega la corsa di Alphabet al Nasdaq, con un rialzo di ben il 40% in pochi mesi dai minimi di giugno 2019. Perché gli investitor­i continuano a credere nel gruppo guidato dal 3 dicembre dal ceo di Google, Sandor Pichai, che manterrà il doppio ruolo dopo il passo indietro dai ruoli operativi di Page e Brin? Parzialmen­te immune dalle tensioni geopolitic­he vissute dagli Usa con Iran e Cina e via via stemperate­si, il gigante di Mountain View cresce per le attese di maggiori utili, in particolar­e sul fronte della pubblicità e dei business sul cloud. Gli esperti stimano il titolo ad almeno 1.500 dollari per azione, mentre Deutsche Bank si spinge ben oltre la stima di 1.700 dollari. In generale su Alphabet ben 37 analisti suggerisco­no «buy» (comprare) e nessuno invece di vendere. La prima risposta arriverà il 3 febbraio quando Pichai presenterà i dati del quarto trimestre.

Sundar Pichai, 47 anni, è amministra­tore delegato di Google inc, la società dell’omonimo motore di ricerca dal 2015. Dal 3 dicembre 2019 guida anche la holding Alphabet

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