Osho invita a esplorare noi stessi per riscoprire la sfera dell’essere
Le forme di meditazione originali e rivoluzionarie del pensatore indiano Una proposta inconfondibile nel panorama dei percorsi d’introspezione
Da trent’anni Osho — dopo aver «lasciato il corpo» il 19 gennaio 1990 — aleggia nel mondo come una fragranza o un odore, che un po’ tutti avvertono — qualcosa che si può percepire come uno stimolo o un fastidio, che qualcuno elogia e altri denigrano, che si cerca di imitare o si dileggia, ma difficilmente si riesce a ignorare.
Questa presenza pare non avere una precisa identità, ciascuno lo vede in modo differente, dando spesso la sensazione che si tratti di persone diverse: aggettivi, qualità, forme, la sostanza e la storia stessa della sua esistenza variano, in funzione di chi lo incontra, di quale stadio della vita sta vivendo, di quanto la mente è condizionata da stereotipi e pregiudizi. Una sola cosa vale un po’ per tutti: nessuno riesce a definirlo in modo definitivo, cosa che permetterebbe di metterlo tranquillamente da parte.
Qualcosa in lui torna a richiamare l’attenzione, a sollecitare un nuovo incontro, a risvegliare qualità e dimensioni altrimenti dimenticate… quasi fosse uno specchio nel quale è d’obbligo rimirarsi, perché — al di là dei facili giudizi — tutti hanno il segreto bisogno di vedersi, di ritrovarsi, di comprendersi, di creare un’intimità con sé stessi.
Nei suoi libri, da oggi in edicola con il «Corriere della Sera» (la prima uscita della serie è Ricominciare da sé), l’eco di quella dimensione ignorata sollecita ad abitare sé stessi diversamente, includendo anche la sfera dell’essere. Qualcosa di cui sempre di più si sente la mancanza, persi nel vorticare di una quotidianità sempre più sovraccarica di stimoli, impegni e coinvolgimenti, che lasciano perennemente insoddisfatti e svuotati di ogni energia.
Abitare sé stessi come Osho suggerisce può davvero fare la differenza, perché è dentro di sé che si cerca un rifugio, allorché l’esteriorità rivela i suoi limiti. E in quei momenti spesso ci si chiede: ma qual è il senso del mio esistere? Incontrare qualcuno in grado di aiutare a fare chiarezza risulta vitale, come testimoniano i tanti che hanno apprezzato nei decenni le opere di Osho, che solo in Italia hanno venduto tre milioni e mezzo di copie.
Nella visione di Osho: «Noi tutti abbiamo dimenticato il motivo per cui siamo al mondo. Sebbene designati dal divino che è l’esistenza, abbiamo dimenticato il messaggio da consegnare al mondo… viviamo in un profondo stato di oblio, e lo chiamiamo vita. Se lo chiedete a chi si è risvegliato, lo stato in cui versa il mondo intero è pura follia. Dobbiamo risvegliarci da questo stato di demenza collettiva, e prendere coscienza che siamo qui per adempiere uno scopo ben preciso: ciascuno deve cantare la propria canzone, danzare la propria danza e diffondere la sua fragranza. Ma ciò è possibile solo se si diventa consapevoli, se si vive con totale presenza attenta e se si percepisce sé stessi in modo chiaro e diretto, senza intermediazioni o proiezioni altrui.
«Anch’io come i Maestri Zen ti invito a trovare il tuo volto originale. Nel momento in cui lo conosci, in te affiora una gioia e una beatitudine straordinarie. All’improvviso scopri di non essere un frutto del caso, senti di essere necessario, di adempiere uno scopo fondamentale nel grande schema delle cose, e questo ti dona una pace e un’estasi davvero appaganti».
Le opere di Osho contengono anche una proposta esperienziale unica nell’affollato panorama dei percorsi di ricerca interiore. Il sentiero che Osho tratteggia è infatti frutto di un suo vissuto che lo ha portato a una piena realizzazione, ed è accompagnato dal chiaro suggerimento di crearsi un proprio processo e percorso meditativo, imparando a riconoscere i propri bisogni interiori, momento per momento.
Rimane dunque unico e peculiare il suo inventare metodologie e forme di meditazione sempre nuove e rivoluzionarie, per sottolineare che non è l’uomo a doversi adattare alla tecnica, bensì il metodo a essere al servizio dell’individuo.
In particolare, consapevole dell’equilibrio psicofisico che caratterizza l’essere umano contemporaneo — «il tipo di uomo più artificiale mai esistito sulla Terra», ha chiarito — Osho ha dato un contributo rivoluzionario alla scienza della trasformazione interiore: le sue OSHO® Active Meditations™ permettono di liberarsi rapidamente da tutto lo stress che il ritmo accelerato della vita moderna porta ad accumulare. E sono ormai utilizzate in tutto il mondo come metodi propedeutici per preparare il terreno così da facilitare uno stato rilassato e privo di pensieri, come lui stesso ha chiarito: «Si tratta di preliminari che servono a liberare il terreno da tutto ciò che può impedirti di immergerti nel silenzio che è l’essenza di ogni meditazione».
Un messaggio e una visione che in molti hanno fatto propria, e che collettivamente viene vista come un’utopia concreta e a portata di mano, in grado di risvegliare la segreta aspirazione a una vita vissuta in armonia, nel pieno rispetto di sé stessi, degli altri e dell’ambiente che ci ospita. Ma soprattutto di procedere verso un risveglio grazie a mezzi e strumenti per trovarla: dentro di sé.
La mutazione «All’improvviso capisci di essere necessario, senti di adempiere un fine fondamentale»