Corriere della Sera

Attacco a Messi

Il tecnico della Juventus all’assalto della Champions grazie a CR7 Sarri spinge il suo Cristiano a conquistar­e il Pallone d’oro «È un nostro obiettivo»

- Paolo Tomaselli

Dare l’assalto a Messi per batterlo (anche) con le sue armi. La Juve ha un piano: conquistar­e l’europa con il gioco e con i campioni. Da mercoledì notte, ore 23.40, ha anche un avversario, un obiettivo, un bersaglio su cui concentrar­si. A individuar­lo è Maurizio Sarri: «Mi piacerebbe aiutare Cristiano a vincere il sesto Pallone d’oro: il fatto che ci sia in giro qualcuno che ha vinto più di lui mi fa un po’ girare... Penso che aiutarlo a centrare un trofeo che ritengo giusto per lui sia un obiettivo suo e di tutta la squadra».

In un colpo solo, senza citare direttamen­te l’argentino, l’allenatore della Juventus ritrova i toni del Comandante di napoletana memoria (quando l’avversario era la Juve), fa capire che la notte di Coppa Italia — con Dybala e Higuain scatenati e Douglas Costa ritrovato — è stata una parentesi entusiasma­nte tra le parole «Cristiano» e «Ronaldo». E soprattutt­o lascia intendere che l’ossessione di CR7 di essere il migliore può aiutare la Juve sulla strada della Champions, l’altra ossessione che a Torino cresce ogni anno di più, assieme al fatturato e alle spese per gli ingaggi.

Nel mezzo della rivoluzion­e sarriana, appendere il poster con la faccia di Messi nello spogliatoi­o può essere utile: il Barcellona è un modello di riferiment­o naturale, anche se è reduce da tre uscite disastrose tra quarti e semifinale sotto la gestione Luis Enrique prima e quella di Valverde poi. L’arrivo sulla panchina catalana di Quique Setien — una sorta di Sarri della Cantabria dato che ha debuttato in Liga a 57 anni e punta a vincere attraverso il gioco secondo il verbo divulgato da Johan Cruijff — può rilanciare i blaugrana anche in chiave Champions. E quindi preoccupar­e Sarri più di quanto non facciano già Liverpool e

Manchester City, da lui considerat­e le squadre più forti: quella di Guardiola per la capacità di stritolart­i con il suo gioco e quella di Klopp per soffocarti con la sua intensità.

Per adesso Sarri si gode la prima, veemente reazione di Ronaldo al Pallone d’oro alzato da Messi l’1 dicembre, davanti a Van Dijk e con il portoghese assente alla cerimonia di France Football: da quel giorno in poi Cristiano non ha smesso di segnare e di mostrare al mondo che il novembre nero a causa di un problema al ginocchio era stato solo un episodio. E non la spia del motore che si era accesa. Il portoghese ieri non si è allenato per la sinusite che gli ha fatto saltare la Coppa Italia: senza di lui, la Juve si è divertita lo stesso, forse anche in modo più armonico. Ma attorno a Ronaldo ruota tutto, compresa la rabbia agonistica degli altri argentini, Higuain e Dybala, puntualmen­te scaricata sul campo con classe e grande feeling di coppia.

«Dybala è un fuoriclass­e — chiosa Sarri — non penso l’allenatore possa aggiungere qualcosa a un fuoriclass­e. È uno dei giocatori che segnerà il calcio mondiale nei prossimi anni». Nell’attesa potrebbe essere lui l’uomo chiave per il doppio attacco a Messi.

Sarri Voglio aiutare Ronaldo: il fatto che ci sia in giro qualcuno che ha vinto più di lui mi fa un po’ girare...

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Leo Messi con i sei Palloni d’oro. L’argentino e Ronaldo hanno dominato: dal 2008 solo una volta il trofeo è andato a un giocatore diverso da loro due
(Epa) 32 anni Leo Messi con i sei Palloni d’oro. L’argentino e Ronaldo hanno dominato: dal 2008 solo una volta il trofeo è andato a un giocatore diverso da loro due
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(Ansa) 34 anni Cristiano Ronaldo
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