Sainz senza età a 57 anni è ancora il re del deserto
Lo spagnolo vince per la terza volta la Dakar
Esperto
● Carlos Sainz 57 anni, spagnolo di Madrid, è stato due volte campione del mondo di rally, nel 1990 e nel 1992
● Ha vinto tre volte la Dakar, con tre macchine diverse: 2010 con la Volkswagen, 2018 su Peugeot e ora con Mini ,
● È padre di Carlos Sainz Jr, pilota di Formula 1 che ha corso con la Toro Rosso dal 2015 al 2017 e con la Renault nel 2017 e 2018. Dal 2019 è col team Mclaren
La felicità è nei capelli grigi scompigliati, nei granelli di sabbia sulle rughe, nella tuta sudata che nasconde gli acciacchi: l’ernia del disco, il tallone d’achille rotto (e poi ricostruito) in una partitella a calcio con gli amici. La schiena e il collo torturati da una vita a danzare tra sterrati e dune. Che fatica essere Carlos Sainz, splendido cinquantasettenne capace di battere il deserto e la carta d’identità. «Mi fanno piacere i complimenti dei ragazzi, ma sono più contento quando li ricevo da persone della mia età. Mi dicono: “Grazie, vedendoti abbiamo continuato ad allenarci. Sei uno stimolo”».
Così raccontava il re della Dakar alla vigilia dell’avventura araba, prima di superare anche se stesso migliorando il suo record di vincitore più anziano del raid più pericoloso e duro del pianeta. Tre vittorie con tre macchine diverse (2010 con la Volkswagen, 2018 su Peugeot e ora Mini), quest’ultima «a tutto gas, dall’inizio alla fine». Su un terreno ignoto, mai si era corso nel regno saudita, contro i soliti noti: il principe qatariota Nasser Al-attiyah e Stephane Peterhansel, «Monsieur
Dakar» con il suo curriculum irraggiungibile di 13 successi. Il «Matador» li ha infilzati con durezza e astuzia, pure l’amico Fernando Alonso al quale ha dato consigli per il battesimo nel deserto ( l’ex ferrarista ha chiuso 13°). Come quando nei primi anni 90 si prendeva i Mondiali di rally battendo gli uomini della Lancia. «Ho la stessa passione di quando avevo 12-13 anni» ha raccontato.
Ma quanta disciplina occorre per fermare il tempo: pesi e aerobica tutti i giorni, esercizi in sauna per abituarsi al calore e addestramento mentale per resistere a 4-5 ore di frullatore in macchina. La moglie Reyes gli diceva di lasciar perdere, lui ha proseguito per la sua strada, quella non tracciata. Come sempre. Esigentissimo con i tecnici, mago nella messa a punto. Madrileno purosangue, ha condiviso le ultime due vittorie alla Dakar con il navigatore catalano Lucas Cruz. Il dio del rally si trasforma in F1 al seguito del figlio Carlos junior, pilota Mclaren. Resta sullo sfondo, c’è troppo asfalto.