MONTANARI E L’ISTERIA MORALE SU PANSA
Maramaldo Montanari. Si fa fatica a capire il violento attacco che Tomaso Montanari ha riservato a Giampaolo Pansa, a pochi giorni dalla sua scomparsa.
Bollando come «intollerabile ipocrisia italica e borghese» il parlar bene dei morti (si tratta di pietas, che è altra cosa), lo storico dell’arte, già presidente di «Libertà e Giustizia», nonché ascoltato consigliere del ministro Bonisoli, ha pensato bene di infangare la memoria di Pansa sul sito di
Attacco L’ambizioso Maramaldo pensa che la Storia si riscriva con l’indignarsi postumo
«Micromega».
Le colpe di Pansa? I suoi libri, a partire da «Il sangue dei vinti», non sarebbero altro che l’opera di un falsario, «una continua, abile, suggestiva manipolazione dei fatti che mira a costruire (…) un sostanziale falso storico», «testi privi di qualunque valore cognitivo, irti di coscienti omissioni, falsificazioni, disonestà intellettuali di ogni tipo». Carta straccia, nient’altro che pericolosa carta straccia.
Nei primissimi anni Novanta,
un coraggioso partigiano comunista di Reggio Emilia, Otello Montanari, sollevò scandalo dicendo la verità sui fatti poi raccontati da Pansa. Senza per questo cancellare il valore della lotta partigiana (l’anpi prima lo tacciò di tradimento, poi lo riabilitò).
L’ambizioso Maramaldo Montanari, questo eroe dell’indignazione postuma, pensa che la Storia si riscriva solo con gesti moraleggianti e isterici. Che la Storia sia lui.