Nel 2025 la Svezia sarà «smoke free» In Germania limiti poco rispettati
Negli Stati Uniti tutelato il verde pubblico: in vent’anni dimezzati i consumi di tabacco
Èla Svezia il Paese del mondo più ostile ai prodotti del tabacco. Dal primo luglio del 2019 il divieto, già applicato a bar e ristoranti, è stato allargato a parchi gioco, banchine d’attesa dei treni e bus, stazioni ferroviarie oltre a ristoranti open air. Il governo non si è fermato e ha annunciato che dal 2025 il Paese dovrà essere completamente smoke free. Traguardo ambizioso, sarebbe la prima volta in Europa. L’italia è però una delle più attive sebbene non così intransigente. La legge Sirchia del 2003 (entrata in vigore nel 2005) ha fatto scuola, il fumo è sparito da locali pubblici e uffici. Resiste all’aperto, tranne che in alcune spiagge su cui gravano le ordinanze dei sindaci. In Germania la controffensiva è più teorica che pratica. La legge è entrata in vigore 13 anni fa ma è poco rispettata tanto che diverse inchieste giornalistiche hanno denunciato l’incapacità dei cittadini tedeschi di adeguarsi. Nel resto d’europa la Francia ha cominciato con i divieti al chiuso nel 2008, poi la Spagna nel 2011 mentre l’inghilterra dal 2007 si era uniformata a Galles e Irlanda del Nord introducendo restrizioni. In Svizzera, roccaforte delle più importanti aziende produttrici di tabacco, a marzo 2018 è stata lanciata un’iniziativa popolare per imporre limitazioni più stringenti alla pubblicità dei marchi, già vietata in radio e tv dal 2006.
Gli Stati Uniti
Da almeno vent’anni gli Stati Uniti conducono una guerra contro il fumo, severissimi nel far rispettare i divieti nelle aree pubbliche verdi specie in presenza di bambini. I risultati si sono visti: il consumo di tabacco si è dimezzato. In alcuni stati, come la California, è vietato accendere una sigaretta su una spiaggia o in strada, a meno di 6 metri dall’ingresso di un palazzo. Dal 1° gennaio 2017 è inoltre proibito l’utilizzo di qualsiasi strumento per il fumo, a eccezione della sigaretta elettronica, all’interno degli alloggi popolari. Nel loro ultimo congresso gli oncologi americani hanno chiesto al Senato di alzare il divieto di acquisto di sigarette da 18 a 21 anni.
Pacchetti anonimi in Australia, con le marche indicate a caratteri minuscoli. Così ha deciso il ministero della Salute nel 2011. I grandi produttori e i Paesi che coltivano tabacco sono insorti, ma nel 2018 l’organizzazione mondiale del commercio ha dato ragione all’australia. Canberra poi è andata avanti e nel 2018 ha rincarato il prezzo dei pacchetti del 12%: venti sigarette costano 16,5 dollari australiani e quest’anno potrebbero arrivare altre stangate.
In Asia
Dietro la Cina, il Giappone è al secondo posto in Asia per consumo, nonostante il divieto ai minori di 20 anni. Così, per strada a Tokyo è severamente vietato fumare (soprattutto camminando) per non rischiare di ustionare i passanti urtandoli. E il divieto viene indicato da cartelli facilmente comprensibili anche da chi non parla il giapponese. Poi i casi estremi: come il Bhutan, il regno buddista sull’himalaya orientale, celebre per i suoi monasteri, dove dal 16 giugno 2010 vige il Tobacco Control Act che vieta la produzione e consente ai cittadini di importare dall’estero solo una piccola quantità di tabacco, che va poi però consumata nella propria abitazione.
Fantasiose le Hawaii, dove in nome dell’armonia con la natura già dal 2015 è vietata la vendita di sigarette ai minori di 21 anni ed è previsto che a partire dal 2024 le potranno comperare solo gli ultracentenari a meno che non ripieghino su sigari, sigarette elettroniche e tabacco da masticare. La Nuova Zelanda, infine, partì con le leggi antitabacco già nel 1876, anche se a quel tempo la preoccupazione più che ai pericoli per la salute era legata al rischio di incendi, visto che il Paese era ed è tutt’oggi il secondo stato col maggior numero di costruzioni in legno del mondo. Il divieto di fumo nei luoghi pubblici chiusi è del 2003, ma l’obiettivo del governo neozelandese è liberarsi totalmente dal tabacco entro il 2025.
In Australia
Il governo ha imposto pacchetti con marche scritte in minuscolo e stangate sui prezzi
Il caso estremo
Alle Hawaii dal 2024 potranno comprare le sigarette solo gli ultracentenari